Alla fine degli anni Novanta, venne messo in commercio un frigorifero italiano con un forte valore aggiunto di design. Sullo sportello, si vedeva lo skyline di New York, dominato dalle Torri Gemelle. Più in alto, nel cielo, un aereo che si dirigeva verso le torri. Ovviamente, il frigorifero venne ritirato dopo l'11 settembre 2001. Sparito l'imbarazzante elettrodomestico, è iniziata l'elaborazione concettuale, e non è un caso che ben quattro libri italiani recenti pongano la nuova situazione all'ordine del giorno. Quello di Mauro Carbone, Essere morti insieme. L'evento dell'11 settembre 2001, (Bollati Boringhieri, pagg.106, À 12,00) sviluppa una riflessione sul postmoderno, e allo spessore del filosofo aggiunge la sensibilità del testimone, visto che si trovava a New York l'11 settembre.
Gianluca Giannini invece, in Metafisica del conflitto (il Melangolo, pagg. 156, À 14,40) ricostruisce l'archeologia filosofica della violenza,partendo dall'Ottocento, così come Daniele Giglioli, inAll'ordine del giorno è il terrore (Bompiani, pagg. 144, À 8,00) propone un foltissimo affresco di letteratura e di storia delle idee intorno alla figura del terrorista nella cultura europea, e Igino Domanin, in Apologia della barbarie (Bompiani, pagg. 106, À 8,00) redige un diario filosofico dell'abitante di una città europea dopo l'evento. Ecco,l'Evento.Ci si può chiedere per quale motivo l'11 settembre sia divenuto un evento per eccellenza. Certo, rispetto alle atomiche su Hiroshima e Nagasaki, rispetto al bombardamento di Dresda raccontato da Kurt Vonnegut in un grande romanzo come Mattatoio n. 5, avveniva sul territorio continentale americano, immune da attacchi sin dal 1812 (se si esclude il sottomarino giapponese che tirò un siluro sulla base di Santa Barbara in California). Inoltre, quei mattatoi avvenivano in tempo di guerra, e si giustificavano, se si giustificavano, almeno per questo. Invece, quando le torri sono state colpite non solo nessuno pensava di essere in guerra, ma alcuni inguaribili ottimisti predicavano che la stessa guerra, cessato il confronto tra blocchi, fosse una cosa del passato. L'evento,allora,ha segnato lafine della belle époque postmoderna. Bella per modo di dire: perché c'erano stati i bombardamenti della Serbia con l'uranio impoverito, la prima guerra del golfo, oltre che mille stragi che non sono riuscite ad ascendere agli altari dei media. Ma si poteva immaginare che fossero i colpi di coda di un tempo in via di esaurimento. Due aerei lanciati sul centro di New York, il fumo e le fiamme ripetuti per milioni di volte, non hanno più permesso di rimuovere la guerra, e hanno imposto a tutti di cercare, piuttosto, di capirne il perché.