Non abusare di Dio titola Gian Enrico Rusconi (Rizzoli, pagg. 190, À
12,50). Cioè: non far finta che la morale sia possibile solo se si crede. Sottotitolo: Per un'etica laica. Ma l'etica non può che essere laica, in uno stato di diritto, e anche se si è credenti. Questa è la premessa per introdursi senza timori – «non abbiate paura!» – nell'universo dei libri scritti all'insegna di ateismo, agnosticismo e attacco alla religione. Richard Dawkins, per esempio,il più demonizzato. Con quali argomenti? Solo che è ateo. Pochino. Se no il suo libro non si intitolerebbe L'illusione di Dio. Le ragioni per non credere (Mondadori, pagg. 400, À 19,00). Di ragioni lui ne dà. Per contrastarle bisognerà leggerle. E lo stesso vale per Daniel Dennett, Rompere l'incantesimo. La religione come fenomeno naturale (Cortina, pagg. 502, À 32,00). Non sono teneri con la religione, i due. Ce ne elencano le atrocità, le nefandezze, le complicità con il potere. Ma al tempo stesso ci dicono che Essere laico (Bompiani, pagg. 124, À 9,00), come Umberto Veronesi (in dialogo con Alain Elkann), non significa non avere un sincero interesse per il fenomeno religioso. Veronesi è uno dei più appassionati cultori di storia delle religioni.L'importante, intimano Carla Castellani e Telmo Pievani, è non lasciarsi ingannare dalle Sante ragioni (Chiarelettere, pagg. 274 À 11,60). Altrettanto laici sono libri che di religione non parlano affatto: A.C. Grayling, Il significato della cose. Una guida filosofica per l'uomo d'oggi (Longanesi, pagg.238, À 16,60), A che cosa serve la verità? di Pascal Engel e Richard Rorty ( pagg.90, À 8,00), e gli splendidi Per la verità. Relativismo e filosofia di Diego Marconi (Einaudi, pagg. 172, À 10,00) e Wittgenstein e i limiti del linguaggio di Pierre Hadot (Bollati Boringhieri, pagg 134, À 10,00). Non si può dire lo stesso dello spettacolo di «Varietà differenziale» Matematico e impertinente di Pergiorgio Odifreddi (dvd + libro, promomusic, À 23,90), che ama mescolare teologia e scienza. D'altro canto è luil'autore del vero bestseller di quest'anno, il piacevole e argomentato Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici) (Longanesi, pagg. 264, À 14,60). Ha avuto successo nonostante (o forse proprio perché) quasi tutti i recensori si sono fermati, offesi, alle prime righe (quelle famigerate sull'etimologia di "cristiani"). Con l'eccezione del compianto Gaspare Barbiellini Amidei, che su queste colonne ha invitato proprio i credenti a prendere sul serio le tesi di questo libro. È Natale, siate buoni con gli atei. Anzi, spietati, ma, per favore, con buoni argomenti.