Il fumetto smentisce spesso e volentieri chi lo vorrebbe votato esclusivamente allo svago. Soprattutto nei paesi anglosassoni e francofoni, i comics diventano spesso un eccezionale strumento d'inchiesta e divulgazione. Lo confermano il premio Pulitzer ad Art Spiegelman nel 1992 per "Maus", il successo dei reportage di Joe Sacco, del "Persepolis" di Marjane Satrapi o di quel "9/11" di Sid Jacobson ed Ernie Colón che ricostruisce i fatti dell'11 settembre.
Da qualche tempo anche in Italia, l'intraprendente casa editrice trevigiana Becco Giallo (premio Gran Guinigi all'ultima Lucca Comics per la "Miglior iniziativa editoriale"), dà alle stampe volumi dedicati a un fumetto che può essere definito "d'inchiesta". Una delle pubblicazioni più recenti è "Ilaria Alpi - Il prezzo della verità" (Edizioni Becco Giallo, con prefazione di Giovanna Botteri, 128 pagine, 15 euro), scritta dallo sceneggiatore e giornalista Marco Rizzo e disegnata da Francesco Ripoli, esordiente di inusuale talento.
Sull'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin una commissione d'inchiesta non ha dato ai troppi quesiti ancora aperti una risposta condivisa. Sull'argomento sono stati scritti alcuni libri ed è stato registrato un film, ma finora la vicenda di Ilaria Alpi non era stata raccontata in un fumetto o graphic novel, come usa dire oggi. Rizzo e Ripoli lo hanno fatto con un lavoro scrupoloso. Concedendo ben poco spazio alla fiction, la sceneggiatura procede a ritroso, partendo da quel 20 marzo 1994 in cui la giornalista del Tg3 e il suo operatore furono uccisi da un commando somalo a Mogadiscio.
Sulle tavole del fumetto si fa riferimento a documenti e atti ufficiali della commissione parlamentare d'inchiesta, a vari libri sul caso Alpi scritti in questi anni (citiamo "Ilaria Alpi, un omicidio al crocevia dei traffici" di Barbara Carazzolo, Alberto Chiara e Luciano Scalettari) e al confronto diretto con Giorgio e Luciana Alpi, genitori della giornalista, e con Mariangela Gritta Grainer, componente della commissione parlamentare di minoranza. Quella che ne scaturisce è una storia asciutta, volutamente lontana da facili ricatti emotivi. Accompagnati dal segno acquerellato di Ripoli, risaliamo per brevi capitoli a ritroso fino al 1987, anno che Rizzo individua come punto di partenza per la ricostruzione di un puzzle al quale sembra mancare sempre un pezzo: è l'anno della scoperta da parte di Mauro Rostagno, altra vittima eccellente dell'Italia dei misteri, di un traffico d'armi tra il nostro Paese e la Somalia. Che sotto le mentite spoglie di una cooperazione a scopo umanitario viaggiassero verso l'Africa non cibo e medicinali ma armi e rifiuti tossici è quello che probabilmente aveva scoperto anche Ilaria Alpi ed è quello che forse avrebbe detto nell'edizione delle 19 del Tg3 di quel tragico 20 marzo. A completare il volume, una corposa appendice con gli interventi di Francesco Barilli, Mariangela Gritta Grainer e Giovanna Mezzogiorno (che ha interpretato la giornalista nel film del 2003 "Ilaria Alpi - il più crudele dei giorni").