19 febbraio 2008
A differenza di molti lettori che Le hanno scritto,non sono tanto scettica sull'esistenza di valori condivisi dagli Italiani.Noi del Belpaese, anzi, condividiamo un'infinità di valori (a cominciare dalla nostra meravigliosa lingua)... il problema è che poi non sappiamo/vogliamo metterli bene in pratica. Si prenda, ad esempio, la religione cristiana, a cui sono vicini i più. Ebbene, ha notato che sta diventando sempre più la religione del "perdonismo" anziché la religione del libero arbitrio, della responsabilità del male, dell'espiazione del peccato? E forse la stessa Chiesa vi ha contribuito non poco.Che ne pensa?
Sonia Gregori
La finzione, che vuol dire chiudere gli occhi su se stessi, l'assolversi senza pentimento. Insomma apparirci buoni senza esserlo.Un esempio: gli italiani sono Cattolici. E per gli italiani il cattolicesimo è la religione dell'amore e del perdono.Eppure tutti sanno del bagno di sangue delle Crociate, della Santa Inquisizione, delle stragi degli Eretici cristiani, delle atroci torture e della messa a morte delle Streghe, del feroce anti-ebraismo che ha portato a ciò che sappiamo, ai campi di sterminio croati gestiti da Padri Francescani, della purtroppo diffusa pedofilia tra i preti cattolici, dell'AIDS che è meglio del preservativo, che l'aborto è meglio se clandestino, eccetera, eccetera. Eppure se si chiede a un italiano che cosa è il cattolicesimo la stragrande maggioranza risponderà che è la religione dell'amore e del perdono. E così è per le moltissime altre cose che riguardano la politica di questi anni. Insomma se vogliamo davvero vederci e riconoscerci, guardiamoci in qualche film di Alberto Sordi, i suoi personaggi sono i veri italiani. Ma gli italiani fingeranno di non riconoscersi.
Dario Diaz
Raccolgo con piacere il suo invito a segnalare valori condivisi, sostenuti da strategie comunicative di tipo "orwelliano". Per riuscire a districarsi tra i molti problemi che li attanagliano come popolo, gli italiani in genere fanno affidamento sulla tempestività delle soluzioni. Sul fatto che la velocità nel fornire risposte ai problemi possa essere considerato un valore universale, credo davvero che l'accordo potrebbe raggiungersi rapidamente, con la massima velocità. Non si spiegherebbe altrimenti perché tutte le questioni (si veda un qualunque tg) ci vengano invariabilmente presentate come priorità, urgenze, emergenze. Il caso clamoroso e recentissimo di un'emergenza rifiuti che va avanti da chissà quanti anni è solo l'ultimo di una lunga serie; ma come non ricordare gli esami di maturità "provvisori" che sono durati quarant'anni, nell'attesa di una riforma complessiva che doveva essere discussa e approvata (ne dubitavate?) in tempi brevi? Chissà da quanti volumi in folio è composta l'agenda delle priorità dei nostri poveri politici; ma intanto una lezione in tal senso ci viene dalle Poste, e dalla quanto mai opportuna decisione di rendere tutte le missive, per decreto, prioritarie. Mi raccomando, oltre al francobollo non dimenticate l'apposito contrassegno adesivo, che qualifica la vostra come "posta prioritaria". Ma "prioritaria" rispetto a quale altra tipologia?
Daniele Bertacco - Brugnera (PN)
18 febbraio 2008
Faccio fatica a trovare un valore comune degli italiani se per valore si intende un qualcosa che attiene al buono, al giusto o al bello. Probabilmente l'unico valore diffuso è quello della buona tavola, della buona cucina. Ma il concetto di valore dovrebbe rimandare alla morale e non alla gola ! Purtroppo, il nostro Paese è una società amorale e viene considerata la patria dei furbi.
E il furbo presuppone qualcuno da fare fesso per cui non lo considererei un valore nell'accezione che dicevo all'inizio. La furbizia, in altri termini, non è giusta in quanto spesso comporta un vantaggio per alcuni (i furbi) e un danno per altri (i fessi). Ma i furbi, nel nostro Paese, trovano sempre il modo di farsi perdonare e quindi, a pensarci bene, l'unico valore morale diffuso è quello del perdono. Il perdono dovrebbe riguardare la sfera privata e non quella pubblica. E' infatti la vittima che ha il diritto di perdonare e non la Società che ha invece il dovere di far rispettare la Legge. Nel nostro Paese invece il perdono, cosa alquanto anomala, riguarda anche la sfera pubblica. E forse proprio solo quella pubblica.
Si è infatti molto più disposti a perdonare un cattivo politico o un ladro affamato piuttosto che il proprio vicino di casa. Da noi il perdono è diventato un valore sociale, pubblico. Faccio solo alcuni esempi.
- Lo Stato perdona il funzionario infedele.
- Gli elettori perdonano le promesse non mantenute dei politici e perdonano anche alcuni peccatucci
da questi compiuti.
- Gli educatori, come gli insegnanti e i genitori, perdonano il non rispetto che ricevono dai loro discenti.
- Si possono tranquillamente fare delle cose dannose per gli altri, come evadere le tasse o inquinare l'ambiente, potendo contare su specifici provvedimenti perdonistici come il condono, le sanatorie, l'indulto, l'amnistia, la prescrizione.
Se proprio quindi devo indicare un valore in quanto accettato da gran parte degli italiani è proprio quello del perdono, anche se si tratta di un valore un po' anomalo visto che il perdono dovrebbe riguardare la sola sfera privata.
Pietro Valeri
Il grande gesto di "dignità" politica di Mastella e Cuffaro che si sono dimessi DOPO essere stati accusati di [...]. La dignità, premesso che queste faccende non dovrebbero affatto toccare un politico, sta nel dimettersi PRIMA.
Complimenti per la riflessione e la proposta. Continuate almeno voi con queste iniziative stimolanti l'Intelligenza italiana perché non lo fa più nessuno. Credo che ne abbiamo molto bisogno, è un muscolo poco usato negli ultimi anni.
Riccardo Dimida
Che ci accomuna è forse anche la profonda sfiducia verso lo stato. Fino ad ora giustificata peraltro...
Riccardo Dimida
Il pensiero positivo, la volontà di costruire del benessere e farlo esaltando il meglio di sé stessi.
Anonimo
17 febbraio 2008
L'ipocrisia nell'accettare l'assistenzialismo come uno strumento di sviluppo, una necessità o una solidarietà.
Mentre sappiamo bene che è un danno sociale e che mantiene il sottosviluppo (del sud italia e del sud del mondo) ossia è la prima cosa da debellare.
R. Lanzini
"La mancanza di valori è il solo valore che unisce l'Italia"
Il concetto di: "la legge è uguale per tutti... gli altri", "se posso...perché no?!" "se evado sono un furbo... non un ladro!"
Tutti questi sono normalmente diffusi nella popolazione e si sfogano in parlamento nella apoteosi della nullità morale dei mille inetti!
Evviva l'Italia!
Francesco
Solo una cosa negativa.... l'individualismo!
Anonimo
Non abbiamo il senso della comunità, né ci consideriamo una Nazione. Ma d'altronde l'Italia è stata fatta meno di 150 anni fa... e gli Italiano devono ancora essere fatti.
Speriamo di riuscirci presto. Comunque poco male... perché, grazie al Cielo... la nuova generazione sta diventando Europea!
Cordiali saluti.
Nedda Gilè
Nulla unisce l'Italia. La Secessione è l'unica via di salvezza
Anonimo
NON C'è ASSOLUTAMENTE NULLA CHE UNISCE L'ITALIA e questo perché l'Italia non è un nazione, ma semplicemente una cozzaglia di popoli che farebbero bene chiedersi cosa li divide, farebbero bene a conoscersi al di là della cultura autoritaria della scuola statalista... farebbero bene a decidere di sè e per sè, per quello che sono, per sè stessi, piuttosto che correre dietro al benessere nazionale di una nazione mai nata e che ora sta marcendo sotto gli occhi di tutti.
Buonanotte,
Federica Epis, Brescia
La Famiglia e l' Uomo, nell' intendimento cristiano, in contrapposizione con il materialismo e consumismo modaioli e tenendo in massima evidenza la separazione tra Potere Temporale e Potere Spirituale.
L' Italia non può appiattirsi all' inseguimento dei valori non Suoi, solamente per emulare dottrine e filosofie che hanno contraddistinto altri più Grandi Paesi, ma che nella loro grandezza non sono riusciti a superare la nostra immensa civilta'.
Tengano conto di ciò quanti credono di rispecchiare e difendere i Valori generali, salvo poi inseguire solo interessi egoistici o di oligarchica valenza, anche se i primi penelazzino l' accumulo del capitale ed i secondi assecondano gli egoismi.
Vedendo oggi tradita la Costituzione perfino dal testo della legge elettorale, in forza della quale è costituito un parlamento che opera come fosse legittimo (da legge illegittima non potrebbe nascere parlamento legittimo). In rispetto di tale legge fondamentale coloro che siedono in parlamento sarebbero ladri di potere (oltre che per ilò resto - vedi finaziamento ai partiti in contrasto a referendum). Per cui, sempre in rispetto di tale legge, tanto amata e tanto richiamata, c'è un motto che può davvero accomunare gli italiani e che è anche auspicio di ripristino della democrazia, secondo le regole. Quelle regole che sono fondamentale per la pacifica convivenza: IN UN PAESE CIVILE I LADRI SI METTONO IN GALERA NON IN PARLAMENTO.
Valentina Braun
Questa mattina mi sono fermato per molto tempo a leggere e rileggere l'articolo e la proposta di gioco del Sole 24 Ore.
Ho iniziato la lettura per pura curiosità e mi sono trovato invischiato in una mescolanza di pensieri a dir poco "angosciante"
Dopo lotte interminabili, guerre disastrose e sanguinarie che hanno fatto versare lacrime e sangue, sangue fraterno, ai nostri nonni e ai nostri padri per creare una sola terra e una sola lingua, in pratica una nazione, la nostra patria, perchè abbiamo ancora e ottusamente bisogno di parlare di "caccia ai valori comuni" ?? Non è bastato il sacrificio di moltissimi nostri fratelli a colmare il bisogno di unione ed essere una cosa sola, l'Italia??
L'atteggiamento della politica, che idealmente dovrebbe rappresentare la società e la gente, mostra di se ora e più che mai la faccia più brutta e vergognosa, totalmente agli antipodi dalle aspettative di "vivere civile" che noi tutti, persone normali e di normale buon senso, auspichiamo. Cerchiamo valori comuni ma seminiamo, con i nostri rappresentanti al governo del paese, il massimo dell'ambiguità.
Le riporto una frase del suo articolo:
"...È un esercizio che consiste nello scavare sottilmente tra gli eufemismi, le ambiguità, gli imbarazzi del linguaggio etico e politico." (.......e religioso.... lo aggiungo io).
No, questo gioco non mi piace e non mi piace soltanto perchè come cittadino di uno stato democratico e di diritto, sono stanco anzi "non ne posso più" di continuare a navigare nel mare in tempesta degli eufemismi, delle ambiguità, degli imbarazzi del linguaggio etico e politico (..e religioso...) con i quali tutti i giorni ci confrontiamo.
Gli unici valori comuni che banalmente e materialmente le evidenzio sono la lingua e la tecnologia dell'informazione in senso generale.
La prima si è potuta estendere alla lunga Italia soltanto con la seconda (ero molto piccolo quando il maestro Manzi faceva lezione;l a televisione era in bianco e nero ed era più vera, forse non era "inquinata" dal grande fratello) e soltanto con la tecnologia potremo auspicare di colmare anche il servilismo dell'informazione se e soltanto se si potrà accedere ad un tipo di informazione vera e pragmatica che non ha come secondi fini l'atteggiamento Orwellino dell'aggiogamento delle menti.
Ma forse sono un idealista. la ringrazio del tempo che vorrà dedicarmi
Con molta stima
Massimo Mancini