«Uomo e personaggio prima, solo dopo attore»: queste sono le parole con cui Marco Ferreri, uno dei "suoi" registi, ricorda Ugo Tognazzi, uno dei maggiori interpreti della commedia all'italiana.
La commedia all'italiana
Ugo è un predestinato. Nato a Cremona in una famiglia piccolo-borghese, lavora alla Negroni, ma il destino dice palcoscenico: recita in una filodrammatica, organizza da militare spettacoli di varietà, si trasferisce a Milano, dove nel '45 viene scritturato da Wanda Osiris, nel '50 esordisce nel cinema, nel '54 è in tv, dove, con Raimondo Vianello, è protagonista di "Un, due, tre", un programma amato dal pubblico ma cancellato dalla censura per avere "peccato" di satira politica.
Il cinema
Ugo ha una sfaccettata vita di attore, sempre comunque con un rapporto felice con il pubblico, che lo tratta da amico. Agli esordi è un comico candido e naif, poi, conosciuto Vianello, forma con lui una coppia affiatata, protagonista di farse divertenti e sottovalutate. L'incontro, nel '61, con Luciano Salce ("Il federale", "La voglia matta", "Le ore dell'amore") dà un'accelerazione qualitativa a Tognazzi, che diventa la faccia di una borghesia padana godereccia, sanguigna, edonista e volgare, e forma l'anomala costola nordista nello scheletro romano della commedia all'italiana.
"I mostri" (1963) è un film esemplare della varietà recitativa dell'attore. Seguono, poi i film con Ferreri ("L'ape regina", "La donna scimmia", "Il professore") e con Lattuada ("Venga a prendere il caffè da noi"). Con gli anni Settanta i suoi personaggi diventano negativi, amari, esasperati ("La grande abbuffata", "La stanza del vescovo") o satirici radicali ("Amici miei"), facendo emergere ogni sfumatura: ironica, comica, tragica e malinconica. Negli anni Ottanta, Tognazzi, invecchiato e amareggiato, si dedica soprattutto al teatro. Muore improvvisamente a Roma, il 27 ottobre 1990, per un'emorragia cerebrale.
Ugo e le donne
Attaccatissimo a Cremona, la sua città, Ugo coltiva tre altri grandi amori: la cucina, il calcio e le donne. La sua ricca e caotica vita sentimentale, da grande seduttore, fa la gioia dei rotocalchi rosa. Dalla relazione con la ballerina Pat O'Hara nasce il figlio Ricky. Dopo alcuni flirt con giovani attrici francesi (Helène Chanel, Caprice Chantal e Annie Gorassini) nel '63 sposa l'attrice norvegese Margaretha Robsham, da cui ha un figlio. Nel '72 sposa Franca Bettoja: dalla loro unione nascono Gianmarco e Maria Sole. Calciatore dilettante, grande tifoso del Milan, giocatore di tennis (scadente, dicono gli amici), organizza ogni anno nella villa vicino a Torvajanica un torneo di tennis per personaggi del mondo dello spettacolo. Ma la passione fra le passioni è la cucina, in cui si esercita con eccellenti risultati e a cui dedica un fortunato libro di ricette: da "vecchio" edonista come i suoi personaggi, sempre pronti a godere, in modo intelligente, delle cose del mondo.