Balla Silvana Mangano in "Riso amaro". Recita e balla provocante il boogie-woogie. Siamo nel '49 e Gianni De Santis, con poche inquadrature, fa una diva di una modella neppure ventenne, bella e sconosciuta.
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La «maggiorata»
Figlia di un ferroviere siciliano e di madre inglese, Silvana nasce a Roma il 21 aprile 1930, in una strada a fondo chiuso dell'Esquilino. Appassionata di ballo, studia danza classica e recitazione, fa la modella, conosce Marcello Mastroianni, il suo primo amore, e si affaccia timidamente al cinema a 17 anni quando le viene offerta una piccola parte nel film "Elisir d'amore".
Il suo anno è il 1949. Silvana entra di prepotenza nel mondo delle "maggiorate", le giovani attrici del Dopoguerra dotate di una bellezza pastosa e aggressiva, le "atomiche" italiane dallo straordinario décolleté, avide di mostrarsi e di vivere, come un Paese che vuole dimenticare la guerra e riconquistare la vita. Nello stesso anno, il 17 luglio, Silvana sposa Dino De Laurentiis. Dall'unione nasceranno quattro figli: Veronica, Raffaella, Federico e Francesca. Ma il marito-produttore incide anche sul piano professionale: Silvana abbandona lo stereotipo della bellezza tutta sex appeal per sfruttare le ricche doti recitative. Lavora con Lattuada, De Sica, Camerini, Monicelli e Lizzani.
La bellezza sofisticata
Decisivi gli incontri con Pasolini e Visconti. Il primo la dipinge madre e amante in "Edipo Re" (1967) e "Teorema" (1968), il secondo ne sottolinea l'aria aristocratica, quasi un'investitura, in "Morte a Venezia" ('71), "Ludwig" ('73) e "Gruppo di famiglia in un interno" ('74). Silvana è diventata una bellezza diversa, algida, sofisticata: un corpo esile e sinuoso, il viso bianco e lunare, gli occhi lucidi come di febbre. La sua bellezza, come le scrive Pasolini, è diventata "amara e lontana".
Il ritiro
A metà anni Settanta Silvana si ritira dal cinema per dedicarsi alla famiglia, chiudendosi nella penombra. Ma dietro la maschera altezzosa e marmorea c'è uno scacco esistenziale. Il matrimonio, in crisi da tempo, è vicino al capolinea. La botta, dura, di quelle da cui non si recupera, le piomba addosso nel 1981. Il figlio Federico muore in un incidente aereo a 26 anni, portandosi via ciò che resta della voglia di vivere della madre. Silvana si separa dal marito ma è profondamente infelice. La depressione diventa strutturale. La colpisce il cancro: è malata nel corpo e nell'anima. Si cura a Madrid ma il tumore, partito dallo stomaco, dilaga, intaccando i polmoni.
La morte
Muore il 16 dicembre 1989, in un ospedale della capitale spagnola, per un'emorragia cerebrale. Di sé aveva detto: «Come attrice mi sono improvvisata e ho sempre provato il timore di essere inadeguata. Mescolata all'orgoglio, questa paura mi ha spesso bloccata. E poi sono mezzo inglese e mezzo siciliana, un insieme di contrari, una contraddizione perenne: quando si è così, è difficile arrivare a stimarsi, perfino ad accettarsi».