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25 aprile 1974: la «rivoluzione dei garofani» a Lisbona

di Marco Innocenti

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25 aprile 2008
Un’immagine d'archivio che documenta la "Rivoluzione dei Garofani" in Portogallo (Foto Ansa)

Il Portogallo del 1974 č uno spazio dimenticato dall'Europa e che l'Europa ha dimenticato. Paese piů povero dell'Europa occidentale, politicamente "vecchio", economicamente arretrato, č afflitto dalla lunga e costosa guerra d'Africa. I segnali che la dittatura di Marcelo Caetano, erede di Salazar, sia vicino al capolinea sono forti.
Si muovono i capitani
I garofani, una canzone e un libro sono tre motivi significativi della rivolta militare contro Caetano. Con il libro "Il Portogallo e il futuro" il generale Antonio de Spěnola porta lo scompiglio negli ambienti politici: il 15 marzo Spěnola e i suoi ufficiali vengono arrestati. Nella notte fra il 24 e il 25 aprile, usando come segno di riconoscimento fra i vari reparti la canzone "Grandola, Vila Morena", i soldati, guidati da ufficiali subalterni, prevalentemente capitani, prendono Lisbona. Infilati nelle canne dei fucili portano dei garofani rossi, simbolo del socialismo.

Obiettivo democrazia
Il Movimento della forze armate (Mfa), il cui uomo di punta č il maggiore Otelo de Carvalho, vuole portare il Paese alla democrazia, alla decolonizzazione e allo sviluppo economico. Il colpo di stato gode dell'appoggio della popolazione, che scende gioiosamente nelle piazze. Caetano si dimette. La polizia a lui fedele spara, facendo cinque morti, ma nel complesso č una rivoluzione non cruenta. Viene formata una Giunta di salute pubblica, guidata dal generale Spěnola, che promuove libere elezioni per la costituzione di un'Assemblea nazionale e l'elezione del nuovo Presidente entro un anno.

La sinistra al potere
Il '74 č un anno di forte instabilitŕ. La neonata libertŕ portoghese č fragile e il percorso verso un'autentica democrazia pieno di ostacoli. La rivoluzione si radicalizza. Il 28 settembre Spěnola, capo dello Stato provvisorio, č costretto a dimettersi. I militari di sinistra prendono il sopravvento e il potere passa, a nome loro, al presidente Francisco da Costa Gomes e al premier Vasco Goncalves, entrambi orientati verso un socialismo radicale. Fino al '76 si succederanno sei governi provvisori, due presidenti, un tentativo di golpe dell'estrema sinistra e tre elezioni. Il '75 č l'anno dell'indipendenza di Angola, Mozambico, Guinea-Bissau e Capo Verde: č l'ultima decolonizzazione, la fine di una politica cieca, sanguinosa e costosa. Negative, invece, le nazionalizzazioni varate dal governo, che penalizzano l'economia.

Il Paese si normalizza
Nel '76 il Paese passa dai militari ai civili. Il generale Antonio Eanes diventa presidente ma il potere reale č esercitato dal premier Mario Soares, leader del Partito socialista, vincitore delle elezioni legislative. Soares, un moderato, incanala il Portogallo verso una progressiva normalizzazione. Con il passare degli anni, la carica ideologica si perde e il Paese diventa un'autentica democrazia con tutti i crismi dell'alternanza e della trasparenza e con una forte integrazione nell'Europa.

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