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Dio esiste? Il filosofo non lo sa

di Nicla Vassallo

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Gentile professoressa Vassallo, «Non c'è nulla di così stupido che non sia stato detto da un filosofo». Affermazione che trova continuamente conferma. Equiparare l'ateismo alla fede, è solo apparentemente logico. Non sono praticante, ma il suo articolo «In cosa crede chi (non) crede», (pubblicato domenica scorsa) mi pare molto fragile sotto il profilo logico. Intanto sono molto più numerosi i filosofi credenti che gli atei, inclusi Einstein, Gödel, Frege. Parafrasando l'ultima proposizione del Tractatus logico-philosophicus di Wittgenstein: «Non tutto si può spiegare». L'ateo non sa dire la ragione per cui in tutti i popoli, in ogni angolo del pianeta, nascono religioni. L'accanimento contro i principi religiosi si traduce oggettivamente in un «Dio è morto, tutto è permesso». La religione sarà anche l'oppio dei popoli, ma certo fa meno danni dell'eroina, cocaina e altre droghe assunte realmente. Spero, se mai decidesse di rispondermi, che eviti il richiamo alla libera scelta. I più non sono neppure in grado di decidere dove andare in vacanza, su questo prosperano cattivi maestri, imbonitori vari, agenzie di pubblicità, filosofi gnostici.
Alfonso Salmour


Gentile Alfonso Salmour, il Fermo Posta è stato sommerso di lettere; ho avuto qualche difficoltà a scegliere se e a quale rispondere. Nonostante abbia deciso di rispondere alla sua, in quanto offre lo spunto per alcune precisazioni rispetto anche ad altre lettere, rimango una vecchia signora – a dispetto dei miei quarantacinque anni – che al clamore preferisce l'understatement. Un vecchia signora pacata, che, pur non amando sottolineare le confusioni, reputa necessario evitarle e fare sì che siano evitate, nella convinzione che siano le confusioni mentali, concettuali, argomentative a rappresentare il vero oppio dei popoli. Noi filosofi diciamo sciocchezze? Cerchiamo di argomentare in modo cogente e di non liquidare in poche righe problemi complessi, il che mi ha condotto a non trattare del problema logico-metafisico di cosa significa "esistere", così come a evitare di equiparare ateismo e fede. Anche perché c'è chi è ateo per fede, credendo per fede che Dio (o dio) non esiste, o che il concetto di Dio (dio) è incoerente; se poi ci sia più di un concetto di Dio (o dio) è ancora un altro problema. Né era mia intenzione fare sì che scrivendo "fede" venisse in mente per associazione (libera?) "ragione": il mio punto non riguardava ciò che si crede per fede o per ragione, ma semplicemente ciò che si può affermare, affinché si dica qualcosa di sensato e ci si riesca a capire gli uni con gli altri. Ho letto parecchi classici di filosofia della religione (inclusi i Dialoghi sulla religione naturale, e ringrazio il lettore che me li ha raccomandati: sono sempre utili), molto Plantinga, tanto Kenny, e via dicendo; di recente, ho trovato valido l'Oxford Handbook of Philosophy of Religion. Tuttavia, dato che a parecchie domande non ho (ancora?) una risposta convincente, non dichiaro pubblicamente quali siano le mie personali credenze religiose, anche se è chiaro che cosa ritengo sia lecito affermare per chi si trova nelle mie condizioni. Non mi pare che ciò mi assicuri un posto tra i cosiddetti "cerchiobottisti", come a un lettore piacerebbe, o che io risulti eccessivamente impressionabile da una certa filosofia non italiana, come un altro lettore vorrebbe. Apprezzo la filosofia, la filosofia punto e basta, quella senza connotazioni campanilistiche, e guardo con stupore i filosofi che mirano a sedurre le folle con coming-out di vario tipo, specie di matrice religiosa, o antireligiosa. Dal fatto che parecchi filosofi, intellettuali, scienziati e quant'altro credano che Dio esiste non segue logicamente né che Dio esiste, né che si debba diventare credenti, così come dal fatto che parecchi filosofi, intellettuali, scienziati e quant'altro credano che Dio non esiste non segue logicamente né che Dio non esiste, né che si debba diventare atei. Per di più, se l'esperto o l'autorità è incapace di giustificare le proprie affermazioni, di quale "esperto" o "autorità" si tratta? I veri esperti stanno lasciando il posto ai testimonial, che, in barba alla propria competenza e reputazione, utilizzano la religione (o l'antireligione) in senso strumentale. C'è anche chi vorrebbe convincerci che «Dio (o dio) è morto e tutto è permesso». Non so se Dio (o dio) sia vivo o morto, ma so che non tutto è permesso: non è permessa l'irragionevolezza. Sono una vecchia signora, un po' illuminista. Per nulla beghina, né sul versante ateo, né sul versante cattolico.

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