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L'opzione astratta di Giuseppe Santomaso

di Evelina Bergamasco

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2 maggio 2008
Galleria fotografica

Nelle sue opere la sua città. I colori, le forme, le suggestive rifrazioni di luce dei mosaici veneziani ne hanno influenzato gli esordi e le opere più mature e oggi, nel centenario della sua nascita Venezia gli rende omaggio con la mostra "Giuseppe Santomaso e l'opzione astratta". A ospitare l'esposizione un nuovo spazio alla Fondazione Cini, che accoglie le opere dell'artista in un itinerario studiato dal curatore Nico Stringa, con l'utilizzo esemplare del confronto. La mostra è un'occasione per rileggere una parte importante della pittura italiana ed europea della seconda metà del Novecento. Vengono proposte opere di Afro, Renato Birolli, Mario De Luigi, Leone Minassian, Zoran Music, Armando Pizzinato, Emilio Vedova, Bice Lazzari, Tancredi, Antonio Corpora, Virgilio Guidi, Toti Scialoja, a testimoniare il dialogo che Santomaso ha intrattenuto con i protagonisti dell'astrattismo italiano e opere di Poliakoff e Winter.
Un itinerario di 135 dipinti e un centinaio di opere grafiche per ripercorrere la vita artistica di Santomaso a partire dagli inizi, negli anni Venti, da autodidatta, con tipiche vedute veneziane, per arrivare alle opere astratte della maturità.

L'emancipazione dal contesto della scuola veneta arriva presto, con prolungati soggiorni all'estero e fortunati incontri, a partire da quelli con lo scultore Alberto Viani e il critico Giuseppe Marchiori. Passando per le "nature morte" dell'inizio degli anni Quaranta con cui c'è un inevitabile confronto con Giorgio Morandi, si passa al successo delle "Finestre" esposte alla Biennale del 1948. Lionello Venturi nel 1952 lo inserisce con Vedova, Afro, Moreni, Morlotti, Birolli, Corpora e Turcato nel Gruppo degli Otto: pittori impegnati a trasformare dall'interno la tradizione della pittura figurativa, evidenziando la necessità dell'astrazione, intesa come processo senza limiti prefissati. E' il periodo dell'astratto concreto e Santomaso esprime al meglio la sua predilezione per la libera disposizione del colore nello spazio, come si può notare in "Ricordo verde" e "L'ora delle cicale", i suoi capolavori di questa stagione.

La prima mostra a New York, nel 1957, segna il passaggio dal periodo dell'astratto concreto, con le sue forme lineari, a una sorta di espressionismo astratto, con un uso del colore sempre più svincolato dal riferimento visibile alla realtà, portandolo a inserirsi nella tendenza dell'"Informale", ormai diffuso in Europa e negli Stati Uniti.
Il decennio che va dal 1966 al 1976 mostra un artista che non esita a mettersi in discussione, imboccando una nuova strada: alle opere materiche degli anni precedenti seguono lavori improntati a una ricerca essenziale, che vengono messi a confronto con altri che operano nella medesima direzione in modo più radicale, da Manzoni a Fontana, a Venezia da Guidi e Finzi e Deluigi, ma anche Afro, Burri e Poliakoff. Si concentra sui fattori costruttivi della visività: tela, colori, superfici essenziali, realizzando uno dei suoi capolavori, "Omaggio al Crocifisso di Cimabue".

Il suo lavoro di ricerca prosegue, portandolo a eseguire lo strepitoso ciclo delle "Lettere a Palladio", idealmente indirizzate all'architetto vicentino, fino all'ultimo decennio di vita, in cui il suo percorso artistico, arricchisce ulteriormente il dialogo mai interrotto con la sua città. Santomaso riprende i colori di Venezia, rifacendosi ai ricordi di quando da ragazzo spezzava le gemme nel laboratorio orafo del padre, rimanendo incantato da quei riflessi di luce che poi hanno poi accompagnato tutta la sua crescita artistica.
La parte finale della mostra accoglie le più significative prove grafiche che Santomaso ha realizzato a partire dalla seconda metà degli anni Trenta e alcune rare edizioni d'arte da lui curate o create tra cui "Grand air" di Paul Eluard (1945), le litografie per Ezra Pound e le ideazioni grafiche per testi poetici di Andrea Zanzotto.

"Giuseppe Santomaso e l'opzione astratta"
Venezia, Isola di San Giorgio, Fondazione Cini, fino al 13 luglio
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 18.30, lunedì chiuso, biglietti 7 euro
Catalogo Marsilio
Per informazioni: 041 2710402, www.cini.it

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