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Poi il vento cambiò, i cortei si assottigliarono e in piazza cominciò a scendere tutta un'altra Francia, quella che chiedeva normalità. Il giorno di svolta fu il 25, quando si registrarono i primi due morti dall'inizio degli scontri, un poliziotto e un manifestante. Il colpo di grazia arrivò il 26, quando i francesi si sentirono dire che la benzina doveva essere razionata, per le difficoltà di rifornimento create da scioperi e disordini. Morale: il giorno 30 un nuovo, imponente corteo attraversò Parigi; non reclamava "tutto e subito", bensì "ordine subito".
Così, mentre il socialista François Mitterrand, principale leader di opposizione, chiedeva un governo di unità e pacificazione nazionale, De Gaulle fiutò l'aria favorevole e spiazzò tutti: apparve in Tv, sciolse l'Assemblea nazionale (Camera) e convocò nuove elezioni per fine giugno. Alla Sorbona ci furono alcuni colpi di coda, ma ormai il futuro era segnato: alle elezioni il partito gollista Udr fece il pieno, portando a casa 297 seggi su 487. De Gaulle aveva stravinto: oltre alle barricate aveva spazzato via anche l'opposizione parlamentare.