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L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza

di Michele Ossani

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12 GIUGNO 2008

È difficile raccontare l'infanzia e l'adolescenza al cinema sfuggendo agli stereotipi e senza cadere nel troppo sentimentale o nello stucchevole. Ciò che era riuscito a un maestro come Truffaut riesce anche – senza per questo far gridare al capolavoro – al brasiliano Cao Hamburger. Regista soprattutto televisivo esperto del mondo dei bambini, ha l'occasione di mettersi in luce anche sul grande schermo con quest'opera che ha riscosso un buon successo al Festival di Berlino 2007 e che, a più di un anno di distanza, esce nelle nostre sale. È una classica storia di formazione, che intreccia sentimenti, sport e politica e, se non lo fa in maniera del tutto nuova, riesce però a coinvolgere attraverso un approccio sensibile, mosso, sfumato, niente affatto sdolcinato.
Siamo nel Brasile del 1970 e il dodicenne Mauro, grande appassionato di calcio, è lasciato davanti alla casa del nonno dai genitori, attivisti politici invisi al regime dittatoriale e perciò costretti all'esilio (al figlio fanno credere di partire per una vacanza). In realtà il nonno è morto poche ore prima e così a prendersi cura del ragazzino sarà il vecchio vicino di casa, ma più in generale tutta la comunità ebraica del quartiere multietnico di Bom Retiro a San Paolo. Mauro dovrà imparare a crescere in fretta proprio nell'estate in cui la febbre del calcio percorre ancora più del solito il suo Paese perché ci sono i Mondiali di calcio e il Brasile batterà l'Italia in finale per 4 a 1 conquistando il suo terzo titolo mondiale.
Un film che fa riflettere sugli anni bui del Brasile oppresso dalla dittatura militare con tono lieve e delicato e quindi – approfittando anche della cornice dei Mondiali di calcio – nei modi più della commedia che del dramma, con parecchie sfumature, con sprazzi di umorismo e senza retorica. E in più è il racconto di formazione, del passaggio dall'infanzia all'adolescenza, di Mauro, che si deve adattare a un ambiente estraneo e sconosciuto, in cui farà nuovi incontri, con adulti e coetanei. Anche questo aspetto è reso con rara maestria, senza sottolineature eccessive, cosicché tutto sembra sincero, credibile, per niente ruffiano. Forte anche di un montaggio serrato e di un gruppo di attori (specie i bambini) da lodare in blocco per naturalezza, il film, intelligente e magicamente equilibrato, suggerisce e non declama, osserva con garbo, ma non perde di vista la situazione drammatica che c'e sullo sfondo. In ogni caso, avvince a più riprese ed è una sorpresa di quest'ultimo scorcio di stagione cinematografica.

L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza Titolo originale: «O Ano em Que Meus Pais Saíram de Férias»; Regia: Cao Hamburger; Sceneggiatura: Cao Hamburger, Cláudio Galperin, Bráulio Mantovani, Anna Muylaert; Fotografia: Adriano Goldman; Montaggio: Daniel Rezende; Scenografia: Cássio Amarante; Costumi: Cristina Camargo; Musica: Beto Villares; Produzione: Gullane Filmes, Caos Produções Cinematográficas, Miravista, Petrobrás, Globo Filmes; Distribuzione: Lucky Red; Interpreti: Michel Joelsas, Germano Haiut, Paulo Autran, Daniela Piepszyk, Simone Spoladore, Eduardo Moreira, Caio Blat, Liliana Castro; Origine: Brasile; Anno: 2006; Durata: 104'.
Sito ufficiale (www.oano.com.br/)
Sito italiano (www.luckyred.it/)

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