I suggestivi scatti di 8 autori italiani, passati attraverso la lente del tempo, sintetizzano la storia fotografica dell'Italia del secondo dopoguerra: è questo il tema della mostra "Per una collezione di fotografia. Acquisizioni per la Gam dal Progetto Arte Moderna e Contemporanea Crt".
I ritratti e i paesaggi di artisti che appartengono a diverse generazioni regalano uno stilizzato quadro d'insieme sul cammino espressivo della fotografia, facendola emergere ora come attenta osservatrice della realtà, ora come sapiente connubio tra sguardo e arte digitale.
Soffermandosi sulle 120 immagini dal punto di vista cronologico, è il padre della moderna fotografia italiana, Mario Giacomelli (1925-2000), ad aprire le danze dell'esposizione con i suoi scatti in bianco e nero che, primi nella storia, abbandonano deliberatamente la classica metodologia per un orientamento più libero.
Dopo di lui, nel tempo e non per qualità, Ugo Mulas (1928-1971) documenta tutte le Biennali di Venezia fino al 1972 e contemporaneamente si fa portavoce fotografico della vivace scena artistica newyorkese di quegli anni.
Ad immortalare inconsueti scorci paesaggistici, come il pic nic accanto alla Rolls-Royce degli aristocratici inglesi durante le corse di Ascot, ci sono i lavori di Gianni Berengo Gardin (1930), mentre la grandezza di personaggi cinematografici alla stregua di Alfred Hitchcock e Alain Resnais è impressa nelle pellicole di Sandro Becchetti (1935).
Appartenenti a una generazione successiva, ma non per questo meno abili nel ritrarre artisti come De Chirico in gondola a Venezia o vedute dai contorni onirici e surreali, sono rispettivamente il pistoiese Aurelio Amendola (che non rivela a nessuno l'anno di nascita) e il quotatissimo fotografo emiliano Luigi Ghirri (1943-1992).
Classe '43 è pure Claudio Abate, testimone del fermento artistico dalla metà degli anni Sessanta fino a tutta l'avanguardia del decenni successivo e autore della celebre fotografia dei cavalli di Kounellis all'Attico.
A chiudere il cerchio, riportandoci come il risveglio dopo una notte di sonno alle tecnologie odierne, è infine Francesco Jodice (1967), figlio d'arte del famoso Mimmo, che nei suoi scatti predilige metropoli e luoghi turistici postmoderni uniti a una rielaborazione squisitamente computerizzata della pellicola.
Tra questi i grattacieli di Tokyo, la spiaggia di un'isola thailandese dove approdano orde di stranieri in vacanza, i negozi di un centro commerciale nelle Filippine o una Forte dei Marmi dove spopolano divi e griffe, non sono che la fedele riproduzione di un'immagine divenuta ormai digitale.
«Per una collezione di fotografia. Acquisizione per la Gam dal Progetto Arte Moderna e Contemporanea CRT»
Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea
10 giugno-31 agosto 2008
Orario: da martedì a giovedì ore 10.00-17.00
venerdì, sabato, domenica ore 10.00-21.00
www.castellodirivoli.org
info@castellodirivoli.org
tel. 011.9565220