A ThomYorke deve essere venuto un accidente quando ha letto la ricerca che aveva commissionato a una società di Edimburgo. Era venuto fuori che il lancio di Hail to the Thieft, sesto album dei "suoi" Radiohead, uscito il 9 giugno del 2003, aveva complessivamente prodotto oltre 7.500 tonnellate di anidride carbonica. Niente male, considerato che si tratta delle emissioni annunali di 1.400 automobili. Una sporcizia che nemmeno 50 mila alberi in cento anni sarebbero riusciti a ripulire. E' anche per questo motivo che la cult band inglese, per le due uniche tappe italiane del tour a supporto del nuovo In Rainbows, il 17 e 18 giugno a Milano, ha deciso di snobbare il "vascorossiano" stadio di San Siro, preferendo i 18 mila posti dell'Arena Civica. Se si considera che l'anidride carbonica prodotta dai fan per recarsi a un concerto in automobile può costiuire anche il 90% delle emissioni complessive dell'evento, la scelta di utilizzare un luogo centrale e, in quanto tale, facilmente raggiungibile a piedi o con i mezzi pubblici, viene da sé.
Perché per Thom Yorke, Jonny Greenwood, Ed O'Brien, Colin Greenwood e Phil Selway l'ecologia è una cosa dannatamente seria: negli spostamenti da una tappa all'altra dei propri tour cercano di evitare gli aerei, utilizzano impianti a basso consumo, si servono di un costoso sistema di pannelli solari "mobili" e hanno eliminato bicchieri e piatti di plastica dal proprio catering. Per questo motivo, gli spettatori sono a loro volta pregati di raggiungere l'Arena a piedi, in bici o utilizzando i mezzi pubblici. Al limite condividendo la stessa auto tra più persone. Una rivoluzione verde che fa il paio con quella telematica scatenata dal lancio di In Rainbows, una cui versione "base" è stata messa per un certo periodo a disposizione su internet, scaricabile ad offerta libera. Un guanto di sfida lanciato all'industria discografica e in particolare alla Emi, ex casa di produzione di Yorke e soci, che il 2 giugno ha risposto pubblicando, senza il consenso del gruppo, un Best of in tre versioni differenti: compilation da 16 brani, special edition su doppio cd e quadruplo vinile. Le polemiche sono comunque nulla, a
confronto della musica. E in 15 anni di attività e sette album sono davvero tanti i classici del rock sfornati dai Radiohead, il cui nome è preso dal titolo di un pezzo contenuto nell'album True Stories (1986) dei Talking Heads. A cominciare dal primo, Creep, contenuto nel debutto Pablo Honey (1993), passando per Just, dal successivo The Bends (1995), e per Paranoid Android, No surprises e Karma Police, tratti dal capolavoro Ok Computer del 1997. Fino ad arrivare alla controversa svolta elettronica dell'accoppiata Kid A (2000) e Amnesiac (2001), capace di produrre pezzi niente male come Optimistic e Pyramid Song. Non stupisce pertanto che la band possa annoverare tra i proprio fan più sfegatati nientemeno che Paul McCartney e Micheal Stipe. Inutile dire che i 36mila biglietti per le date milanesi, che vedranno in apertura l'esibizione della cantautrice inglese Natasha Khan alias Bat For Lashes (www.myspace.com/batforlashes), sono stati bruciati in un baleno già a gennaio. Tanto che sul portale Ebay (www.ebay.it), la base d'asta per uno dei rari biglietti viaggia ormai sui 60-100 euro. E' per contrastare simili speculazioni che mercoledì sono stati mesi in vendita a sorpresa su Ticketone (www.ticketone.it) dei biglietti "supplementari" a prezzi ufficiali.
Radiohead,
17 e 18 giugno, Arena Civica, viale Byron 2, Milano
Prima tribuna: 57,5 euro; seconda tribuna: 34,5 euro.
Info su: www.radiohead.com – www.myspace.com/radiohead – www.indipendente.com