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La seconda "Vida" dei Coldplay

di Michele Monteverdi

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18 giugno 2008

Altro che droghe psichedeliche. Per la lavorazione del nuovo album, "Viva la Vida or Death And All His Friends", i Coldplay si sono serviti di un più salubre ipnotizzatore. «Ci ha parlato di tecniche di auto rilassamento estremo e di quello che si può fare quando si lascia completamente libera l'immaginazione», ha raccontato il batterista Will Champion. Diavolo d'un Brian Eno. È stato lui ad avere la brillante idea. Il mitico produttore britannico era convinto che i Coldplay avessero bisogno di sciogliere le briglie. «Siete ripetitivi e le vostre canzoni sono troppo lunghe», gli aveva detto quando si era proposto di lavorare al disco. La sua mano si sente eccome. Soprattutto quella che ha sovrinteso a molte incisioni degli amici U2. Se a questo si aggiunge l'opera del co-produttore Markus Dravs, nel cui curriculum, alla voce Arcade Fire, è possibile trovare un gioiellino come "Neon Bible", non sorprenderà più quel soffio epico e incalzante di cui sono pervase molte tracce di "Viva la Vida". Mossa azzeccata, non c'è che dire. Tanto dal punto di vista artistico, dove i Coldplay segnano un'importante maturazione, quanto da quello commerciale. Nei primi tre giorni dall'uscita (il 13 giugno), l'album targato Parlophone (Capitol Records-Emi) ha venduto, nella sola Gran Bretagna, oltre 300 mila copie, 125 mila soltanto nel primo giorno. Se il buon giorno si vede dal mattino, sopra il portafogli della band capitanata dalla voce evocativa di Chris Martin si prevede tempo soleggiato, considerato che il precedente "X&Y" – album che dal 2005 a oggi ha venduto oltre 10 milioni di copie – nella prima settimana si era fermato a quota 465 mila.

Senza dubbio questo è il disco più complesso (o ambizioso?) mai concepito dal gruppo inglese. «È stato alimentato dal nostro desiderio di passare da un suono in bianco e nero al colore», ha spiegato Martin. A scansare ogni equivoco ci pensa l'intro strumentale "Life in Technicolor", brillante dimostrazione di quanto la tavolozza dei Coldplay, merito anche dei calibrati Johnny Buckland alla chitarra e Guy Berryman al basso, sia ormai ricca di sfumature. Pensare che tutto è iniziato dall'ascolto di un vecchio pezzo dei Blur, "Sing (To Me)". «Dopo averla sentita ho pensato: ok, dobbiamo migliorare come band», ha ricordato Martin. E così è stato. Ma per accorgersene non bisogna ascoltare tanto il primo singolo a tiro di classifica "Violet Hill" (in giro da fine aprile, quando per una settimana lo si è potuto scaricare gratuitamente da internet), quanto i sei minuti conclusivi di "Death And All His Friends", nel momento in cui la batteria sferza l'aria e insieme al piano si scaglia finalmente contro "la morte e tutti i suoi amici". Oppure il tenue sorriso del secondo singolo "Viva la Vida" (chi l'ha detto che i Coldplay sono pallosi? Malinconici, piuttosto!). Senza contare le elaborate strutture di "Yes" e "Lovers in Japan / Reign of Love", che tentano di mettere da parte la solita solfa strofa-ritornello, pure incappando in qualche lungaggine eccessiva. Il disco scorre liscio come un fiume all'indomani di una giornata di pioggia, per 42 minuti e rotti (proprio "42", come il titolo della quarta traccia). Sembrano lontani, e invece sono appena dietro l'angolo, i tempi di "Parachutes" (2000) e "A Rush of Blood to the Head" (2002), 40 milioni di dischi venduti fa. A questo punto, la curiosità di vederli dal vivo è tanta. Dopo i concerti alla Brixton Academy di Londra e all'Espacio Movistar di Barcellona, il terzo banco di prova delle nuove canzoni sarà Madison Square Garden di New York (23 giugno). Concerti gratuiti per testare la risposta del pubblico. Poi partirà il Viva la Vida Tour vero e proprio, il 14 luglio da Los Angeles. In Italia arriveranno a settembre per due date: il 29 al Palamalaguti di Casalecchio di Reno (Bologna), il 30 al DatchForum di Assago (Milano).

Coldplay, "Viva la Vida or Death And All His Friends",Parlophone (Capitol Records-Emi)

Info: www.coldplay.com

www.myspace.com/coldplay

www.ticketone.it

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