Parole minate
«Dicesi punzonatura... non me lo ricordo più...», balbettava il povero Fantozzi preso alla sprovvista dal nuovo megadirettore, patito di ciclismo. Cadere vittima di qualche parola minata è più facile di quanto si creda. Certo, non si può pretendere da tutti una competenza lessicale come quella di Gabriele D'Annunzio, che si vantava di aver usato 40mila parole diverse (mentre - inorgogliva - «la massima parte dei nostri narratori e descrittori non adopera ai suoi bisogni se non poche centinaia di parole comuni, ignorando completamente la più viva e più schietta ricchezza del nostro idioma»). Ma almeno potremmo provare a essere un po' meno pigri. Quante volte, leggendo un libro o anche il giornale, abbiamo incontrato una parola di cui non conoscevamo (bene) il significato, ma abbiamo tirato avanti facendo finta di niente? Nel continuo flusso di informazioni da cui siamo raggiunti ogni giorno non ce ne preoccupiamo troppo, perché a non essere selettivi si rischierebbe di passare la vita compulsando dizionari ed enciclopedie. La forma di difesa a cui ricorriamo istintivamente è una sorta di autoinganno: orecchiamo le parole e pensiamo di conoscerle. Così il nostro vocabolario non si amplia, e anzi tende a sclerotizzarsi intorno alle nostre attività quotidiane (tecnicismi professionali compresi). Ecco allora che potremmo rischiare di scambiare il pamphlet per «un soffiato di formaggio alla francese, soffice e gustosissimo», l'ossimoro per «la pianta che viene sovente nominata nei Vangeli» o usare azzimo indifferentemente per «pettinato con cura e molta brillantina» o per «punto astronomico indicato dall'astrolabio» (come scriveva lo stesso Paolo Villaggio nel suo Farsi una cultura mostruosa, 1972).
Comprensione lessicale
1) Il déjà vu è:
a) una ricetta a base di pesce b) un movimento artistico c) una sensazione d) un profumo.
2) Iterativo vuol dire:
a) percorribile b) fondato sulla ripetizione c) legato al viaggio d) silenzioso.
3) L'istrione è:
a) un riccio b) un commediante c) una provincia slovena d) un camaleonte.
4) Avito vuol dire:
a) violento b) desideroso di qualcosa c) avariato d) di famiglia.
5) La sprezzatura è:
a) una forma di noncuranza b) uno sconto c) una frattura d) una raccolta di rifiuti.
6) Prodigo vuol dire:
a) pentito b) lontano c) che torna dopo molto tempo d) chi dà o spende senza misura.
7) La lascivia è:
a) una strada sdrucciolevole b) una sostanza per sbiancare i tessuti c) una sensualità licenziosa d) un atteggiamento rinunciatario.
8) Prestante vuol dire:
a) generoso b) robusto c) usuraio d) veloce.
9) Apodittico vuol dire:
a) costituito da due tavole b) ripetitivo c) dogmatico d) non schierato politicamente.
10) Facondo vuol dire:
a) fertile b) ingordo c) eloquente d) ricco.