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Toni Servillo - Biografia

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22 agosto 2008
Toni Servillo (Foto Epa)

Uno splendido (quasi, è nato il 9 agosto 1959) cinquantenne. Impossibile definire diversamente Toni Servillo, il "De Niro italiano", l'eroe dei due mondi, ora che Il divo e Gomorra sono stati chiamati a rappresentare l'Italia anche al festival di Toronto 2008, il più grande attore italiano.

Parola di critici e spettatori, di cinefili e semplici appassionati per cui la presenza di questo artista carismatico e rigoroso ormai è un valore aggiunto e come le grandi star americane, attira spettatori e pareri positivi. Eppure questo raffinato interprete teatrale nato ad Afragola e cresciuto a Caserta (dove vive ancora oggi) è stato a lungo sconosciuto al grande pubblico, nonostante il ruolo fondamentale nel panorama culturale nazionale meridionale che ha ricoperto fin dagli anni '70.

Mentre il fratello Peppe sceglieva la musica e sarebbe diventato il leader della Piccola Orchestra Avion Travel- la cui storia romanzata è raccontata da Fabrizio Bentivoglio in Lascia perdere, Johnny! in cui i due recitano insieme- lui fondava il Teatro Studio con cui allestì diversi spettacoli che girarono Italia ed Europa fino al 1984 (a questo periodo vanno ascritti capolavori come Propaganda e Guernica), per poi avvicinarsi a "Falso Movimento" e al leader della nouvelle vague napoletana Mario Martone, con cui inizia l'esperienza di "Teatri uniti", di cui detiene tuttora la direzione artistica. Il suo lavoro sul palcoscenico tocca la regia e l'interpretazione, il passato, il presente e il futuro della tradizione teatrale, da De Filippo, Viviani, Pirandello e i grandi autori francesi alle direzioni di Franco Battiato, Elio De Capitani, compreso, naturalmente, il sodalizio cine-teatrale con il già citato Martone.

Nel nuovo millennio ha raccolto applausi a scena aperta con il suo riadattamento di Sabato, Domenica e Lunedì (2002) e persino con raffinatissime regie liriche, quali il Fidelio di Beethoven, Il marito disperato di Raffaele Cimarosa e Boris Godunov di Mussorgskij. Molti sostengono che sia stato mezzo, specchio e motore propulsore della rinascita creativa dell'era moderna del cinema e del teatro italiano, e partenopeo in particolare. Può sembrare un'esagerazione, ma più di tre decenni di carriera sembrano dar loro ragione.

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