Il mondo intero ricorda Luciano Pavarotti nell'anniversario della sua scomparsa. Concerti, requiem, libri e mostre per celebrare il grande tenore, venuto a mancare un anno fa. E testimonianze di profonda gratitudine. «Il suo cuore era più grande della sua voce», scrive di lui Kofi Hannan, alludendo all'impegno del maestro per i bambini e i rifugiati afgani. Lo riferisce Alessandro Nicosia, curatore di una mostra sul cammino artistico e umano del tenore italiano che sarà inaugurata in ottobre a Roma al Vittoriano, nel corso di un grande memorial organizzato dal ministero per i Beni culturali.
«Perfezione, bellezza, bontà, questi gli ideali ai quali si ispirava la musica di Pavarotti», sottolinea il ministro Sandro Bondi che si rifà a Torquato Tasso per meglio definire l'artista. «La sua musica è una delle vie per le quali l'anima torna al cielo. Straordinario il suo talento che si completava con una serie di doti innate come la simpatia accattivante e la profonda intelligenza». E riporta le parole del presidente Napolitano. «Pavarotti è l'ambasciatore della nostra tradizione musicale e del nostro temperamento». Per Franco Zeffirelli è «Il più grande professionista della voce. Incarnazione del tipico cantante lirico italiano, l'artista che insieme a Maria Callas ha deciso il destino dell'opera italiana». La moglie Nicoletta Mantovani non dimentica la sua allegria e la sua capacità di «incantare tutto il mondo».
Così da domani partono le celebrazioni a Modena, Bologna, Londra, New York e Petra dove si terranno mostre e concerti a scopo benefico. A Roma il 16 ottobre sarà inaugurata la mostra «Luciano Pavarotti. L'uomo che emozionò il mondo»: fotografie e filmati per ripercorrere l'irripetibile attività del maestro. Il libro «Pavarotti e la Bohème», edito in tiratura limitata dalla fondazione Franco Maria Ricci, verrà presentato al Metropolitan di New York il 16 settembre: Marilena Ferrari, presidente della fondazione, consegnerà la prima copia del volume alla direttrice della Public library of performing arts, Jaqueline Davis.
Corredato da preziose fotografie provenienti dal museo della Scala di Milano e dall'archivio Luciano Pavarotti, il volume traccia il ritratto artistico e umano del tenore modenese, avvalendosi delle testimonianze del maestro Claudio Abbado, del soprano Renata Scotto e del regista Franco Zeffirelli. Leone Magiera, pianista e direttore d'orchestra, sarà domani, 6 settembre, al Parco della Musica di Roma, alla libreria Notebook dell'Auditorium, per presentare «Pavarotti visto da vicino», ancora una testimonianza sulla vita del più celebre tenore di tutti i tempi, che il grande musicista ha raccolto in un volume. «Ho rievocato le tappe più importanti della sua mirabolante carriera dichiara, fedele e sempre dedito, nella prefazione al libro e mi sono affidato unicamente al filo sottile della mia memoria».