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Intervista a Liliana Cavani: «Einstein rende il Ventesimo secolo più simpatico»

di Fabrizio Buratto

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5 OTTOBRE 2008

Perché Einstein?
Non sapevo niente di questo personaggio, pure noto a tutti ma poco conosciuto nel privato, che mi rende più simpatico il Ventesimo secolo, un secolo terribile.
La sua vita privata è una vita con mille problemi, come quelle di tanti, e le sue intuizioni sono così straordinarie che ci sono voluti anni per dimostrarle in modo sperimentale. Era un ottimista, e anche un illuso; ha attraversato la vita come una cosa fantastica, pensando che c'è sempre la possibilità di capire di più. Capiremo sempre di più il senso delle cose, malgrado tutto, malgrado il nazismo, il fascismo, il comunismo fatto in quel modo. Mi affascina questo andare avanti nonostante tutto, grazie alla costanza e alla tenacia di certi personaggi.

Quali fonti ha utilizzato per le ricerche su Einstein?
Ho letto otto biografie, e poi mi sono servita anche della consulenza di un fisico che lavora a Frascati, un allievo di Rubbia che si chiama Isidori. Quando volevo chiarire degli aspetti scientifici a cui ho dato spazio nel film, ho fatto ricorso a lui.

Ha detto di aver girato questa fiction come se fosse un film. Perché non ha fatto un film?
Perché a finanziarlo, a crederci, è stata la televisione. Però è stato venduto all'estero come film in Russia, Germania, Francia e Spagna. Ora c'è una trattativa con gli americani.

E' stato faticoso tagliare per arrivare alla versione cinematografica?
Abbastanza, ma è stato anche scritto appositamente già in fase di sceneggiatura per la versione di tre ore, che andrà in onda a fine mese su Rai Uno, e la versione di due ore per il cinema.
Può uno stesso prodotto essere concepito per due media così diversi?
Sì, mettendo in conto i difetti dell'uno e dell'altro: io vorrei sempre mostrare il film su un grande schermo, invece andando in tv le persone lo vedranno sui loro apparecchi, non sempre perfetti, e questo è un difetto della fiction; però ha il grande vantaggio che lo vedranno milioni di persone, cosa che a un film non capita quasi mai.

Lei cosa guarda in TV?
Qualunque cosa, se sono a casa la sera, ma non sono quasi mai in casa. Mi piace soprattutto rivedere Mina, i filmati di repertorio tipo "Schegge", perché mi permettono di recuperare cose che non ho mai visto: da giovane vedevo pochissima televisione.

Da quale disciplina dobbiamo attenderci i maggiori progressi per l'umanità tra scienza, politica e arte?
Senz'altro dalla scienza e dall'arte; la politica in questo momento sta all'ultimo posto dei miei interessi, anzi sta in testa alle mie tristezze. Perché la politica, che pure è una cosa alta, importante, e può essere un impiego di energia esaltante, si trova in un momento in cui c'è una grande stanchezza del paese.

Dopo aver firmato le biografie di Einstein, Galileo, San Francesco e De Gasperi, se dovesse girare la biografia di un grande personaggio vivente italiano, chi sceglierebbe?Mah, non saprei. «Il Divo» ad esempio è un film molto interessante, ma oggi non saprei su chi fare una biografia su un personaggio positivo. Credo sia molto interessante quello che dice Saviano, cioè sarebbe veramente tempo di fare «Gomorra 2», «Gomorra 3». Insomma, è incredibile che nel nostro paese ci sia un doppio Stato, e siccome non si può pensare di risolvere questa situazione con la guerra civile, perché noi saremmo disarmati contro gli armati, e comunque non sarebbe la via giusta, bisogna trovare un'altra soluzione. Ma in qualche modo dobbiamo venirne fuori.

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