Jacqueline Kennedy è una donna, non una santa. Nel '63, dopo l'assassinio di JFK, ha 34 anni, un passato da incubo e un futuro tutto da inventare. Nel '68 uccidono anche Bob. Jackie è terrorizzata. È una giovane vedova, orfana del massimo potere della terra, nessuno può chiederle di diventare un santuario vivente di memorie. Ha due figli cui garantire un solido futuro. Logicamente si risposa e, inevitabilmente, sceglie il surrogato meno indegno di quella posizione irripetibile: dopo il vertice della gloria, quello del denaro. C'è su piazza Aristotele Onassis, detto Ari, ricco, brutto, furbo, rozzo, sensuale, un avventuriero di alti mezzi e bassa statura, un vecchio con un passato di rubacuori, almeno in questo all'altezza di John, l'antitesi, ma non nel cinismo, della ragazza di Newport "con la puzza sotto il naso". È legato a Maria Callas, ma non è un problema. Vorrebbe sposare la regina Elisabetta, ma "visto che non posso, mi prendo almeno Jackie Kennedy". E così sarà.
Il matrimonio a Skorpios
Si sposano il 20 ottobre 1968, a Skorpios. L'America è sconcertata, si sente tradita dalla figlia prediletta, precipitata dal sacro della Casa Bianca al profano di Skorpios. Biancaneve diventa strega, una femmina perfida, avida, calcolatrice. L' "affaire Onassis" fa tremare i polsi alle massaie del Nebraska. Le nozze non producono miti ma dicerie, non lacrime ma sorrisi invidiosi o curiosi, e qualche parola forte, tipo "Jackie si è venduta al miglior offerente". Un matrimonio pattuito come un business provoca inevitabili e sane vertigini nella middle class puritana. Il contratto di nozze le prescrive un tetto per le spese voluttuarie, un tot per gli abbandoni, una trattenuta per le emicranie, 25 miliardi di risarcimento in caso di divorzio o morte, non più di un rapporto sessuale al mese, tre miliardi all'anno come argent de poche e altre "stranezze" da scatenare fantasie scandalizzate. La vedova nazionale viene declassata a grande mondana. Cambia la percezione di lei ma, soprattutto, cambia lei. Nella sua avidità di shopping c'è qualcosa di nevrotico. Le sue razzie consumistiche sono al limite della follia. A Capri compera trenta paia di sandali tutti uguali; a Parigi cinquanta indistinguibili foulard di Hermés. C'è un vuoto da colmare, ci sono anni da recuperare. C'è il sorridente affanno di una splendida quarantenne che si sente sfuggire il senso della vita.
Jackie O
La sua avventura con Onassis è la cronaca turistica di Jackie O, piena di sole, di panorami da cartolina, di parenti serpenti, di feste, cocktail, paparazzi, di invidie, di calcoli e di dolori. Un paradiso da incubo. La sua storia diventa una giungla di pettegolezzi, mentre la magnifica preda si abbandona ai riti del jet-set. Il "greco", poco dopo, si pente: "Dovevo sposare la Callas...Jackie è vuota, fredda, superficiale". Ari vuole divorziare. La solitudine di Jackie O è di ghiaccio. Onassis muore. Gli avvocati si giocano la causa fra Jackie e la figliastra di Ari, Christina, a caccia di eredità. Vince Jackie, ma anche la sconfitta non soffrirà per difetto di cibo.
La morte
Jacqueline Kennedy Onassis muore alle 10 e un quarto di sera del 19 maggio 1994, ora di New York. Uccisa da un tumore, raggiunge il cielo la First Lady del secolo, la sola vera regina del suo tempo, bellissima fino all'ultimo, senza un sorriso ai matrimoni, senza una lacrima ai funerali, senza una sbavatura, perfetta, impeccabile, ironica, elegante, sfingea, seducente. Il vero volto del Novecento.