La paura, le speranze e la nuova lezione di Barack Obama. All'indomani dell'elezione del primo presidente afroamericano della storia degli Usa, l'America che sa far riaprire gli occhi al mondo sembra poter ridestare anche la nostra Europa dai suoi incubi. In questo numero, IL propone una riflessione sul Vecchio mondo, rappresentato dal "British style". Dalla regina Elisabetta II d'Inghilterra, con la sua flotta di aerei, elicotteri, auto, titoli nobiliari, tenute e castelli, al direttore dell'Economist John Micklethwait che spiega come il capitalismo non correrà il rischio di "socializzarsi". Dalla grande tradizione del college di Eton, dove si forma la classe dirigente mondiale, a Savile Row, la via dei sarti di Londra, mito dell¹eleganza britannica. Dal tricentenario rito del tè al futuro della Tate Modern, secondo le previsioni di Will Gompertz, direttore della sezione "media" della celebre galleria londinese. Sono tutte immagini di un mondo che nel passato ha fatto scuola e che ora è chiamato a rinnovarsi, sotto la spinta della crisi economica e sotto la nuova versione del sogno americano rappresentata da Obama.
Lo scenario da "fine della storia", che il professor Francis Fukuyama propugnava all'epoca di Ronald Reagan, è acqua passata. Certo il mondo presente, che IL cerca di mettere a fuoco - dagli investimenti nell'antiquariato a quelli nelle scuole tradizionali, dalla ritualità estetica giapponese a quella della borghesia bancaria milanese (con Piero Maranghi, figlio di Vincenzo, in prima fila), dalla corte di Putin al popolo dello yoga, dall¹esoterismo di Venezia alle ultime manie di Hollywood - è frutto del passato. Ma anche il punto di partenza per un futuro ancora da scrivere.