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Michelle Obama: il suo sorriso oscura Carlà

di Stefano Biolchini

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5 novembre 2008

«Alla mia migliore amica, la roccia della famiglia, l'amore della mia vita». Puntuale è arrivata la dedica per questa vittoria, attestazione sincera nel momento più importante della sua carriera politica. Così Barack Obama ha ringraziato Michelle, sua moglie. La 44enne Michelle La Vaughan, nata Robinson. Figlia di un impiegato dell'acquedotto di Chicago e di una segretaria, dal 1992 signora Obama. Due le figlie: Sacha 7 anni e Malia, 10. Due anche le lauree: in Sociologia a Princeton e in Legge ad Harvard. Ha già dichiarato che alla Casa Bianca andrà con una priorità, la famiglia. Barack è avvertito, la politica viene al secondo posto. Di che stupirsi dunque se lo stesso marito la ha definita «la roccia» . Dichiarazioni a parte, (imbarazzante quella in cui in piena campagna elettorale dichiarò «di sentirsi per la prima volta orgogliosa di essere americana»), Michelle è come dire, un «tipino tosto», e con le idee chiare, niente a che vedere con la cara, ma casereccia, Laura Bush. Compagna di scuola di Santita Jackson, figlia di Jesse Jackson, è da sempre assertrice dei diritti civili e del «riscatto nero» (i maligni la descrivono fin troppo attiva in tal senso). Di certo con il trasloco alla Casa Bianca non si darà al ricamo. Pur diversa da Hillary Clinton, è anche lei avvocato di successo oltre ché dirigente (pagata meglio del marito) di uno dei principali ospedali di Chicago. Gli americani li ha conquistati con il suo stile diretto e con vestiti da 125 dollari comprati nei grandi magazzini Wal-Mart. Stretta in tubini neri e rossi, o dall'improbabile turchese, sa essere elegante nella sua essenzialità. Alta più di un metro e ottanta, non ha certo la grazia della "divina Jacqueline". La stessa statura non l'aiuta nel portamento, a tratti sbilanciato. Neppure il prognatismo accentuato, il mento un po' all'infuori, sembra giovarle. Eppure nelle foto di novella sposa, come in quella di moglie sul palco al fianco dell'adorato marito, appare slanciata, bella pur nei difetti, e soprattutto sincera, concreta. Un'americana un po' qualunque (e un po' no), ma dal sorriso assolutamente convincente. Gli americani li ha conquistati forse così, avvolgendoli con il suo sguardo onesto. Per Vanity Fair batte in eleganza anche Carla Bruni. E questo forse è troppo. Ma la première dame di Francia è avvertita: ad una con un sorriso così vero si perdona di tutto. Lei non canta e non ha l'allure di Carlà. Ma ad imitare Jacqueline, lei, Michelle, non ci pensa neppure. Il suo stile assomiglia di più a quello della cognata Ethel (Kennedy), moglie di Bob, a cui si aggiunge il piglio di Eleanor (Roosevelt), con in più la solida preparazione legale di Hillary (Clinton). Mamma severa con le figlie, moglie a tutto tondo, sul palco come in tv sa essere sé stessa: e questo è il segreto del suo successo. Ora l'attende la prova della Casa Bianca, con tutte le sue insidie.

stefano.biolchini@ilsole24ore.com

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