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Penelope Cruz: Oscar alla migliore attrice non protagonista

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23 febbraio 2009

La figlia del commerciante e della parrucchiera. Penelope Cruz, viso irregolare, vero e verace: non molti l'avrebbero pronosticata come diva internazionale, musa irresistibile d'America e d'Europa. E pazienza se l'imperialismo cinematografico a stelle e strisce e l'egemonia del cinemercato in lingua inglese ha dolcemente beffato Pedro Almodovar: Penelope Cruz vince l'Oscar che avrebbe meritato come protagonista di Volvèr ed è Woody Allen a prendersi i meriti, visto che a essere premiata è l'incursione isterica, passionale, bilingue della splendida mora iberica in Vicky Cristina Barcelona, dove duetta col "suo" Javier Bardem. L'unico peraltro che, nei ringraziamenti per la statuetta (molto sobri, neanche un'incrinatura commossa della voce) dimentica, a differenza del mentore Pedro e dello scopritore (in tutti i sensi) Bigas Luna, che in Prosciutto prosciutto ce la regalò, sensuale e selvaggia, appena diciassettenne. Ora di anni ne ha il doppio, non li dimostra e di strada ne ha fatta eccome. Ha conquistato tutti: gli uomini più belli del mondo (da Tom Cruise al carismatico Javier), i critici più esigenti (Tutto su mia madre e Volver), il mercato americano (Vanilla Sky). E Woody Allen, che si tratta sempre bene, l'ha affiancata a Scarlett Johansson nel suo film più piccante. La filmografia della Cruz è straordinaria per quantità e qualità (ma non sempre, spesso vuole divertirsi, come accaduto nel dozzinale Bandidas, in cui si scatena in un western con l'amica Salma Hayek), e rispecchia la sua tendenza alla curiosità inarrestabile e alla ricerca del coinvolgimento totale, che sia puro intrattenimento o un progetto di impegno pe(n)sante, come accadde in Non ti muovere del nostro Sergio Castellitto (il cinema italiano l'ha sfiorato anche con Per amore, solo per amore di Giovanni Veronesi e con Carne Tremula del suo amato Almodovar, in cui recitava anche Francesca Neri). Pochi meritavano la statuetta quanto lei, eclettica e appassionata, capace di percorrere tutti i registri, meglio se sopra le righe e senza rete. È l'ultima delle dive, la Sofia Loren di Madrid. "Non scherziamo- sorride e si schernisce- lei è un esempio, un mito".

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