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Fumetti / Don Peppe Diana - Per amore del mio popolo

di Fabrizio Lo Bianco

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7 maggio 2009

In occasione dei 15 anni dalla tragica scomparsa di don Giuseppe «Peppe» Diana, il parroco della chiesa di San Nicola a Casal di Principe assassinato per essersi ribellato alla camorra, la casa editrice Round Robin ha dato alle stampe il volume a fumetti «Don Peppe Diana - Per amore del mio popolo». Realizzato in collaborazione con l'associazione «daSud», è il primo libro della collana «Libeccio», nata con l'intento di far conoscere soprattutto nelle scuole, attraverso la narrazione per immagini, le vicende di personaggi simbolo della lotta alle mafie.
Scritto e sceneggiato da Raffaele Lupoli e Francesco Matteuzzi, con i disegni di Riccardo Innocenti, Luca Ferrara, Luca Cicchitti, Giovanni Ballati, Mauro Balloni e Anna Ciammitti, il romanzo grafico racconta chi era don Diana, offrendo un contributo importante al ricordo di un uomo coraggioso che la camorra cercò di screditare con ogni mezzo e che oggi più che mai invece ritorna come esempio di resistenza civile e morale. Oggi l'attenzione dell'opinione pubblica è ritornata su don Diana grazie al successo di «Gomorra», con le pagine che Roberto Saviano dedica al parroco di San Nicola, ma anche grazie alle iniziative del coordinamento «Libera» don Luigi Ciotti e del comitato «Don Peppe Diana». Il fumetto di Lupoli e Matteuzzi accende però un ulteriore riflettore sulla vicenda dell'uomo Giuseppe Diana, ricordando anche le sue passioni più quotidiane, come lo scoutismo e l'attaccamento alla squadra del cuore, il Napoli.

Le tavole a fumetti raccontano i fatti drammatici avvenuti a partire dal mese di ottobre del 1991, quando il parroco casalese decide di redigere e diffondere un documento divenuto, in seguito, il simbolo forte di una rivolta. Intitolato «Per amore del mio popolo», il documento reca le firme dei parroci della forania di Casal di Principe, nelle cui chiese venne distribuito a Natale dello stesso anno. In quelle righe è la risposta all'ennesimo, clamoroso, atto camorristico avvenuto nella cittadina dell'Agro Aversano. Il 7 e l'8 ottobre del '91, infatti, gli uomini di camorra tennero praticamente in ostaggio i cittadini di Casal di Principe, terrorizzati dal regolamento di conti in atto per le strade tra gli Schiavone e i De Falco. Due giorni in cui nessuno osò uscire di casa. Da parte dei clan fu una dimostrazione di forza inaudita, esibita a volto scoperto, una sorta di punto di non ritorno che superava quelli visti fino ad allora. Di fronte a un tale sfoggio di protervia, don Diana sceglie di reagire con l'atto di accusa che diventa la sua stessa condanna a morte. «Per amore del mio popolo» smuove le coscienze, tocca i nervi scoperti della società civile e, soprattutto, della Chiesa, esortata da don Peppe a riprendere il suo ruolo «profetico» con una precisa presa di posizione nei confronti della camorra. Da quel momento, nonostante il documento rechi le firme di più parroci, la camorra identifica proprio in don Diana il principale responsabile di quella sfida aperta al «sistema». La vendetta dei clan si fa attendere, lasciando che il clamore si dilegui. Poi colpisce, brutalmente, per mano di un sicario la mattina del 19 marzo del 1994. Don Diana viene ucciso in chiesa mentre si prepara a celebrare la Messa. L'esecuzione ha una forte valenza simbolica. Significa che la camorra, da quel momento, non solo può assassinare un uomo di chiesa, ma può farlo in un luogo sacro. Eppure nemmeno di fronte al definitivo atto di prepotenza, don Diana si è tirato indietro. Alla domanda del sicario, «Chi è don Peppe?», il parroco risponde «Sono io».
Intorno a questa risposta, che diventa il leit motiv delle circa cento tavole del fumetto, Matteuzzi e Lupoli sviluppano l'intero racconto. Quel «Sono io» diviene per contrasto un seme di speranza (e l'ultima tavola si conclude proprio con la frase evangelica «Il seme che muore porta molto frutto») e testimonia l'assunzione dell'impegno «profetico» di denuncia cui lo stesso Peppe Diana faceva riferimento nel suo documento-denuncia. E quel «Sono io» è anche un efficace espediente narrativo utile a coinvolgere chi legge in una maggiore identificazione con il protagonista, quasi il lettore stesso venisse chiamato in causa.
A chiudere il volume è un ricco apparato con fotografie, illustrazioni e testimonianze di chi don Peppe Diana l'ha conosciuto personalmente.

«Don Peppe Diana - Per amore del mio popolo»
di Raffaele Lupoli e Francesco Matteuzzi (testi) e Riccardo Innocenti, Luca Ferrara, Luca Cicchitti, Giovanni Ballati, Mauro Balloni e Anna Ciammitti (disegni)
Collana Libeccio
128 pagine - 15 euro
www.roundrobineditrice.it

7 maggio 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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