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Lettera delle madri di Tienanmen

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-Fornire una spiegazione a ciascuno dei familiari e risarcirli secondo la legge
-Scrivere un rapporto sul massacro del 4 giugno e determinarne le responsabilità.

Tutto ciò si può sintetizzare in tre parole: verità, risarcimento e responsabilità.
Noi abbiamo sempre aderito e continueremo ad aderire ai principi di pace e ragionevolezza. L'appello al Lianghui e alle autorità governative è uno strumento in accordo con i principi democratici e con le procedure istituzionali, è un modo per cercare di dialogare su una soluzione imparziale della questione del 4 giugno.

Per analizzare, spiegare e risolvere l'impasse del 4 giugno e per proseguire su una via pacifica, noi nel 2006 abbiamo proposto, in base al principio fai prima ciò che è facile e poi ciò che è difficile, di rimandare ad un momento successivo le grosse controversie e i problemi su cui non è possibile trovare un accordo rapidamente.

Prima di tutto chiediamo di:
-Cancellare le restrizioni personali e i controlli alle vittime e ai parenti delle vittime del 4 maggio
-Permettere ai parenti dei martiri di esprimere pubblicamente il dolore per i loro cari
-Non intercettare né confiscare più le donazioni e gli aiuti umanitari che vengono alla nostra associazione sia dal nostro Paese sia dall'estero e, quindi, restituire l'intero importo degli aiuti congelati
-Pretendere che il dipartimento del governo predisposto allo scopo, in conformità con l'etica di assistenzialismo, trovi lavoro e dia garanzie per uno stile di vita dignitoso alle vittime.
-Eliminare la nota politica di demerito ai disabili del 4 giugno. Bisogna inoltre riservare ad essi un'indennità sociale e pubblica e un trattamento senza discriminazione come avviene di norma per le altre persone diversamente abili.

Ancora nel 2008 ci siamo rivolti ai delegati del Lianghui per affermare che il dialogo sta sostituendo il conflitto in tutto il mondo. Anche il governo cinese, negli affari internazionali, preferisce il dialogo come mezzo di soluzione di dispute e ostilità. Noi abbiamo molti argomenti e chiediamo alle autorità governative di risolvere le dispute e le ostilità interne alla società cinese con lo stesso metodo. Se bisogna trovare un accordo sulla questione del 4 giugno è meglio che il dialogo sostituisca il conflitto. Questo metodo gioverebbe anche a tutte le minoranze etniche e ai compatrioti dell'assemblea plenaria. Più dialogo significa più cultura e più legalità e, quindi, meno ignoranza e presunzione. Dialogo non significa indirizzare la società contro i nemici ma significa indirizzare la società verso la pace e la riconciliazione. Usare il metodo del dialogo per risolvere la questione del 4 giugno è l'unico modo per pacificare la società su un accordo condiviso.
È passato un altro anno e, come al solito, non abbiamo ricevuto risposta.

Il presidente Hu Jintao, in un recente discorso pubblico si è chiesto: "Sosteniamo o no la popolazione? La assistiamo? La rendiamo felice? Siamo in grado di rispondere ai problemi esistenti con l'istituzione di politiche generali e specifiche?" . Diamo il nostro benvenuto a queste problematiche, ma noi continueremo a proporre al Congresso nazionale del popolo, al Comitato centrale dell'Assemblea consultiva politica, all'intera nazione e in special modo a Pechino, di rompere il tabù del 4 giugno e di promuovere, per una volta, un vasto sondaggio di opinione sugli eventi del 4 giugno per vedere cosa rispondono le masse. Pensiamo che questo obiettivo non sia difficile da raggiungere.

Nel cuore delle masse cinesi è tutto chiaro. Il massacro del 4 giugno è il rivestimento di ferro costruito con abilità dal leader di seconda generazione Deng Xiaoping sull'intera nazione, dalle masse al leader massimo. La Nazione è accecata dal prestigio di cui ancora gode Deng Xiaoping e preferisce abbandonare le novità per non cambiare il principio secondo cui "il partito determina la composizione del governo".

Questa è la questione più difficile. L'interpretazione del 4 giugno come una "soppressione della ribellione controrivoluzionaria" ha lasciato il posto a quella che vede accadere "un serio incidente politico", ma nella pratica non è cambiato nulla.

Per questo abbiamo bisogno che i delegati mostrino il coraggio e l'intelligenza politica necessari a superare un tabù. Bisogna discutere della terribile tragedia avvenuta venti anni fa per risolvere, alla luce dei fatti, la questione del 4 giugno.

Se questo accadrà, la gente comune ne riceverà beneficio per i prossimi mille anni.

26 febbraio 2009
[Seguono 127 firme e i nomi delle 19 persone che hanno partecipato a questa ventennale battaglia ma che sono nel frattempo decedute]

(traduzione di Cecilia Attanasio Ghezzi)

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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