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Un'estate di mostre mostruose
in giro per l'Europa

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31 luglio 2009


Beuys is here - de la warr pavilion, bexhill on sea, Regno Unito
(04/07 – 27/09, 2009)

«Joseph Beuys è qui!» urlerebbe la Carrà, se solo la TV si occupasse del bello e del saggio. Invece, no. E Beuys (1921-86) - uno dei più influenti e straordinari artisti del ventesimo secolo - tornerà a raccontare circa il potere taumaturgico dell'arte, a partire dalle sale del De La Warr Pavilion. Che è un edificio/icona consacrato all'arte contemporanea e situato sulla costa sud-est dell'Inghilterra, a Bexhill on Sea, per la precisione. "Beuys is here" mette in mostra la funzione sociale dell'arte secondo le costellazioni filosofiche del maestro tedesco. Un'arte di tutti e per tutti. Tra zoologia, ecologia, omeopatia, economia. La politica e l'attivismo sociale, l'insegnamento e l'apprendimento. Beuys incorpora i vari materiali a lui più cari - feltro, grasso, metallo - e li seleziona non tanto per le proprietà intrinseche che essi posseggono (isolamento, conduzione, protezione) quanto per il modo in cui tali materiali si associano alle proprie idee. Sculture, disegni, le celebri "Vetrine" e una notevole selezione di manifesti rimandanti ad azioni ed eventi dal vivo. Opere come multipli. Mezzi attraverso cui condividere e diffondere idee al di là dei confini dell'artworld. Fino al 27 settembre 2009. (Vale il viaggio nel ventoso Sussex).
Gerhard Richter - museum Küppersmuehle, Duisburg, Germania
(21/05 – 23/08, 2009)

Duisburg, Ruhr occidentale. E' qui che Gerhard Richter inonderà il museo privato Küppersmuehle di irrequieti interrogativi circa le potenzialità della rivelazione estetica contemporanea. Una mostra intima e singolare: circa 80 opere - molte delle quali raramente accessibili al grande pubblico – che resterà aperta fino al 23 agosto 2009. La sovversiva produzione dell'artista tedesco – tra i più importanti e influenti, oltre che costosi, pittori viventi – svelata in tutta la sua complessità, attraverso capolavori senza tempo. Gli anni dal 1963 al 2007, raccontati per mezzo di un universo espressivo sospeso tra la fotografia realistica e i dipinti astratti (che si esprime, sovente, come fotografia astratta/dipinti realistici) sono di impressionante intensità. E si palesano quale percorso dentro la prolifica esistenza artistica di un Maestro in grado, come pochi, di produrre variegati campionari di diversità semantiche all'insegna del colore (e del non colore), della limitazione e dell'anarchia. Dell'auto-determinazione totale. Stravolgendo canoni. Re-inventando le convenzioni, alla continua ricerca di nuovi metodi espressivi. Un itinerario all-inclusive nelle contraddizioni del nostro tempo. Dopo il quale niente sarà più come prima. Rivelatorio.
Max Ernst, una settimana di bonta'- Musée d'Orsay, Parigi, Francia
(30/06 – 13/09, 2009)
"Une Semaine de Bontè" è un romanzo visivo creato da Max Ernst nel 1934. Egli saccheggiò – e per mezzo del collage modificò – decine di illustrazioni prese da romanzi, giornali e riviste vittoriane, per renderle ferocemente surrealistiche. Sogni mostruosamente proibiti, o quasi. Albori di una civiltà dell'immagine manipolata. Donne borghesi con ali da demone e animali antropomorfi. Tra la bizzarria istituzionale e l'umorismo fin de siècle, la fantasia onirica al potere. Domenica: il Fango; lunedì: l'Acqua; martedì: il Fuoco; mercoledì: il Sangue; giovedì: il Nero; venerdì: la Vista; sabato: l'Ignoto. Elementi che affiorano attraverso le trame di una razzia iconografica senza precedenti. Da Sade a Fantômas, da Doré a Grandville. A Parigi, Musée d'Orsay (fino al 13 settembre 2009) sarà possibile gustare siffatto embrione di arte pop – privo di testo e che si declina secondo i giorni della settimana – composto iniettando sussulti d'inconscio in consuete vicende d'appendice. «Bisogna servirsi del banale per creare il fantastico» era l'intento artistico di Ernst. E l'ordine espositivo della mostra - riproducendo fedelmente l'impostazione della pregiata edizione tipografica – lo mette in congruo risalto. Una goduria.
Per Kirkeby - Tate Modern, Londra, Regno Unito
(17/6 – 06/09, 2009)

I colori sono anneriti da un esercito di verdi, bruni e ocre terrose. Nei cieli grigi ci sono strappi di bianco, blu spenti, rossi disturbanti. La Tate Modern di Londra dedica the summer a Per Kirkeby, maestro col piglio da geologo, propagatore di luci nordiche. Una personale (fino al 6 settembre 2009) doverosa, per il più importante artista scandinavo vivente. Il quale racconta di paesaggi che sono lì, ma non ci sono. La tela, al di fuori del tempo, scompare. Emerge la necessità di trasmettere vibrazioni, in ogni caso. Il pittore/scultore danese mescola rocce e cascate, capanne di legno e chicchi di grano. Vi sono tutti i tipi di fessure geologiche, strati e grumi. Kirkeby, poi, scrive. Così come vernicia. E' autore di numerose piccole monografie su artisti che ammira, compresi Munch, El Greco, Picasso e Gauguin. Kirkeby è anche un poeta. Condensato, materico, stratificato: semplicemente evocativo. Nessuna rappresentazione, in tutti i mestieri di Kirkeby: la decodifica e la lettura delle opere - spesso senza titolo - spettano completamente allo spettatore e alla sua privata folgorazione. Da scoprire (come fosse sole a mezzanotte).
The death of the audience - Wiener secession, Vienna, Austria
(03/07 – 30/08, 2009)
La Morte del Pubblico si consumerà a Vienna, in uno dei luoghi leggendari che hanno contribuito a lanciare la modernità. Un sito che è stato il primo contenitore d'arte a guisa di cubo bianco: il Museo della Secessione. In questo edificio, alla vigilia del XX secolo, la storia dell'arte occidentale ha rotto con il passato. Artisti ispirati e insolenti hanno messo in atto le condizioni per un rinnovamento dell'espressione estetica, abbattendo i confini che separavano le diverse discipline. "Gesamtkunstwerk" è l'opera d'arte totale. La pietra filosofale di questa rivoluzione. La mostra (dal 3 luglio al 30 agosto 2009) presenta il lavoro di maestri attivi durante un secondo periodo di rottura - quello che va dal 1960 al 1980 – soffermandosi sui numerosi punti di confronto tra le due epoche insurrezionali. Dal moderno al neo-moderno, passando per l'anti-moderno. La scomparsa dell'artista, la questione di genere, la nozione di partecipazione, emancipazione e alienazione sono questioni ancora aperte. Su di esse s'innesta la cristallizzazione (dopo il '68) del ruolo dello spettatore. Ecco perché - parafrasando Barthes - dopo "la morte dell'autore" tocca al pubblico soccombere. Conseguenze logiche. In un cubo bianco che è trionfo dell'illogico. «E' l'interattività che farà risorgere il fruitore» sostengono, intanto, i curatori. Come dargli torto?
Meisterwerke der moderne aus der Albertina - die erstpräsentation der neuen schausammlung - Vienna - Austria
( 29/05 - 31/12, 2009)
Capolavori dell'arte moderna: la nuova collezione dell'Albertina (resa possibile grazie alle rilevanti donazioni dei vari Batliner, Forberg e Djerassi) in una prima assoluta che, passata l'estate, si tramuterà in permanente. 260 opere – molte delle quali mai esposte finora - di pura "modernità". Si va dall'Impressionismo all'oggi. Da Richter a Baselitz e Kiefer, passando per Picasso, Rothko, Bacon e tutti gli altri. 29 sale, distribuite su tremila metri quadri circa, per un percorso cronologico avvincente dentro la storia della rivelazione artistica umana degli ultimi 150 anni. Fauvismo, Espressionismo, Avanguardie. Ritratti, paesaggi, la luce. Derive oniriche e geometrie (im)perfette, dai salotti privati alla fruizione di massa. Racconti, calibrati, di inquietudini correnti (e ri-correnti).
Albertina Museum - Albertinaplatz 1, Wien - Tel: +43 1534830

Kandinskij - Centre Georges Pompidou , Parigi - Francia
(8/04 -10/08, 2009)
Preziosa retrospettiva realizzata in collaborazione col Solomon R. Guggenheim Museum di New York, che detiene il più importante fondo di opere sull'artista russo, inventore dell'arte astratta. La mostra riunisce una selezione di dipinti realizzati da Vassili Kandinskij tra il 1907 e il 1942. Opere che hanno cambiato per sempre il modo di dipingere. Un percorso ricco e vibrante dentro le creazioni di un uomo che fu sempre curioso circa le culture del mondo, con una sensibilità fuori dal comune. Che scrisse opere teoriche sullo spirituale nell'arte, mentre rafforzava la sua idea di matematica delle immagini. Sublime trascendenza, leggerezza surreale. Toni così puri che paiono trasparenti (anche quando non annegano nell'oscurità). Un linguaggio segreto e misterioso da decifrare con la poetica delle «necessità interiori».
Centre Georges Pompidou - Rue de Renard 19, Paris -Tel: +33 144781233
Modell Bauhaus - Martin-Gropius-Bau Museum, Berlino - Germania
(22/07 - 4/10, 2009)
Prima mostra comune delle tre istituzioni del Bauhaus in occasione del 90° anniversario della fondazione della celebre scuola interdisciplinare per l'arte, l'architettura, il design e lo spettacolo che – tra le altre cose - stravolse i concetti stessi di produzione del manufatto artistico. A venti anni dalla riunificazione, Berlino ricostruisce la storia del Bauhaus attraverso i numerosi lavori dei suoi maestri e allievi, con l'obiettivo di diffondere conoscenze approfondite su ciò che il movimento ha significato - in chiave moderna di sviluppo e globalizzazione – nella storia della cultura mondiale. L'immagine di questa istituzione - di grande attualità anche a 70 anni dalla sua chiusura – continua a evocare modernità assoluta. E rappresenta, ancora oggi, un tentativo radicale – rimasto insuperato - di rendere "sociali" gli effetti della creatività.
Martin-Gropius-Bau Museum - Schaperstraße 24, Berlin -Tel: +49 30 254860
Nude Visions -Stadtmuseum, Monaco di Baviera - Germania
(27/05 - 13/09, 2009)
Visioni nude, nella lussureggiante Baviera, celebra 150 anni di nudo artistico attraverso la fotografia d'autore. Marilyn Monroe, immortalata nel 1962 da Bert Stern, troneggia. Icona assoluta: parte, oramai della memoria collettiva d'ogni cultura. Patrimonio dell'umanità, quasi. Assieme alla diva pop, altri 250 scatti di siffatto tenore. Come fossero interrogativi. Sospesi tra arte, erotismo e pornografia. La mostra fornisce un'interessante panoramica che va dal 1855 al 2005. I pezzi più antichi risalgono agli albori del dagherrotipo. Lavori che, in principio, avevano l'unica finalità di supportare gli studi di pittori, scultori e designer. Gli anni ‘20 e '30 segnano l'inizio degli esperimenti con la prospettiva, le distorsioni e le angolature più audaci. Seguono immagini decostruite e frammentate. Le esposizioni molteplici e i forti contrasti chiaroscurali. Poi, il nudo invade il mondo.
Stadtmuseum - St.-Jakobs-Platz 1, München -Tel: +49 89 23322370
Aan Het Russische Hof - Hemitage, Amsterdam - Paesi bassi
(20/06 - 30/01, 2010)
Alla corte di Russia è la mostra che inaugura la "filiale" dell'Hermitage di San Pietroburgo, ad Amsterdam. Con oltre 1800 oggetti provenienti dalla "casa madre" - in esposizione abiti da ballo, dipinti, mobili, gioielli e porcellane appartenuti agli zar del XIX secolo – la nuova location anela a diventare punta di diamante tra le destinazioni culturali europee. Tesori inestimabili che proiettano il visitatore dentro la grandeur della corte russa del tempo che fu. Un apparato opulento, sorretto da un'elaborata gerarchia sociale e tradizioni riccamente stratificate. Rimandi culturali cosmopoliti. Un impero di lustrini e simboli potenti. Allestimenti ispirati al famoso Palazzo d'Inverno e la proiezione – in modalità loop – del film "Arca russa" di Alexander Sokurov, alimentano la straniante e dirompente sensazione di esser ai bordi della Neva (anziché sulle rive dell'Amstel).
Hermitage Amsterdam -Amstel 51, Amsterdam -Tel: +31 20 5308751
Corot to Monet - National Gallery, Londra - Regno Unito
(8/07 - 20/09, 2009)
Da Corot a Monet, quando il paesaggio si rinnova. Dalla collezione del museo, un selezione di dipinti di realizzati en plein air, da Jean-Bapiste-Camille Corot a Claude Monet. Passando per Simon Denis, Pierre Henri Valenciennes, Théodore Rousseau, Jean François Millet. Tutti i maggiori artisti del diciannovesimo secolo francese. Che vissero al tempo della pittura che scopriva la luce. Alla ricerca di travolgenti effetti naturali da immortalare. Grandi/piccoli scenari. La Scuola di Barbizon, con l'esplorazione di nuove tecniche. La Trouville di Monet e la vita da spiaggia di Boudin. C'è il lavoro di tutta una generazione che annienta il vedutismo di maniera e apre la strada alla dissoluzione formale dell'immagine. Artisti che vivono a stretto contatto con la natura: il paesaggio si conferma come metafora del divenire biologico, della vita. E la pittura diviene lirica.
National Gallery - Trafalgar Square, London -Tel: +44 20 79422000
Matisse: 1917-42 - Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid - Spagna
(9/06 - 20/09, 2009)
«Riesco a stento a immaginarmi la galleria con i miei quadri da un lato e i suoi dall'altro. Quanto sembrerò importante a fianco dei suoi capolavori. Ma intanto devo ancora arrivarci. Un giorno giustizia sarà fatta» scrisse Henri Matisse a proposito della mostra del 1945 alla V&A di Londra, che lo metteva a diretto confronto con Picasso. Oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, la grandezza di questo singolare maestro del colore, infaticabile sviluppatore di uno stile personale che lo distinguesse dai suoi – ingombrantissimi – contemporanei, è definitivamente fuori discussione. Eccolo, dunque, Matisse: flusso incontrollato di armonie – pur nello stravolgimento delle regole compositive tradizionali. Attaccamento assoluto a un ideale di saturazione visiva che lo avrebbe, infine, tramandato come uno dei massimi cantori del secolo più turbolento nella storia della rappresentazione estetica di tutti i tempi.
Museo Thyssen-Bornemisza - Paseo del Prado 8, Madrid - Tel: +34 91 3690151

Vincent Van Gogh. Zwischen erde und himmel: die landschaften - Kunstmuseum - Basilea - Svizzera
(26/04 - 27/09, 2009)
Van Gogh. Tra terra e cielo: i paesaggi. Settanta dipinti – sia famosi che poco conosciuti. Opere chiave per tentare di leggere l'approccio alla natura del genio olandese in forme inedite. La vita di Van Gogh venne profondamente influenzata dall'arte – e viceversa. Una ricerca, effettuata a partire dai capolavori paesaggistici qui in mostra, è stata condotta con l'intento di capire fino a che punto la riproduzione dell'ambiente esterno abbia aiutato Van Gogh a curare la propria infermità mentale. I risultati sono illuminanti. Nell'incontro con la natura il maestro pare trovare una propria strada di benessere, psicofisico e creativo. La luce diventa libertà. I colori raccontano i cicli della terra. Uomo ed ecosistema paiono vivere in magica armonia. Almeno finchè non si scatenerà la prossima tempesta.
Kunstmuseum
St. Alban-Graben 8, Basel
Tel: +41 612066262

31 luglio 2009
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