Sarà Baarìa di Giuseppe Tornatore il candidato italiano agli Oscar. Lo ha deciso la commissione di selezione istituita dall'Anica.
Baarìa è stato il miglior incasso del weekend cinematografico con 2.105.181 euro. Un buon risultato per il film distribuito da Medusa in 510 sale, considerato che ha contro qualche polemica: non è certo un film leggero ed è molto lungo, dura circa due ore e mezzo e ha dunque uno spettacolo in meno al giorno, questo spiega anche la media per sala non esaltante di 4.128 spettatori. E in alcune sale è distribuito nell'originale dialetto siciliano.
La strada di Baarìa è stata costellata di polemiche piccole e grandi, a cominciare da quando il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, da Danzica, il primo settembre, lo definì un «capolavoro» che tutti avrebbero dovuto vedere: «ma non ditelo - aggiunse - altrimenti qualcuno direbbe che ho secondi fini visto che è una coproduzione Medusa».
Quanto questa dichiarazione abbia davvero favorito o sfavorito il film di Tornatore è difficile da valutare, come anche la sua partecipazione, in concorso e come film d'apertura, alla 66/a edizione della Mostra Internazionale d'Arte cinematografica di Venezia. Dove, tra l'altro, non ha ricevuto nessun premio e ha diviso la critica.
Tra le polemiche che hanno poi colpito Baarìa, anche quella della scena del macello con un bovino ucciso che ha fatto scaldare gli animi della Lav e non solo. E ancora, la polemica legata al costo del film (25 mln di Euro) che secondo il regista «è stato malevolmente gonfiato in proporzione all'antipatia verso di me».
Sui valori etici e politici di una volta, che il film propone, Tornatore ha sottolineato: «Viviamo in una fase in cui, se la politica dal punto di vista dei politici e dei cittadini, non ritrova certi valori e una fiducia reciproca, il nostro Paese faticherà a ritrovare un binario lungo il quale andare avanti».