Pronti, via. Non c'è stato nemmeno il tempo di assorbire l'annuncio di Amazon, che ha reso disponibile il suo e-reader Kindle anche in Italia, e di chiedersi quali editori italiani potessero essere pronti a raccogliere la sfida, che la gloriosa casa editrice Il Mulino di Bologna, ha presentato il progetto Darwinbooks.
Si tratta di un'estensione a tutto campo del progetto editoriale della casa editrice di saggistica bolognese verso il mondo del web. Un'iniziativa che parte da lontano (ci si sta lavorando dal 2004) e che consente oggi al Mulino di essere decisamente in avanti sul tema rispetto a tutta la concorrenza.
In pratica, con Darwinbooks.it, il Mulino ha preparato 300 monografie pubblicate a stampa tra il 2000 e il 2009 già immediatamente disponibili nel formato e.book. «L'archivio digitale è pensato per rispondere alle nuove esigenze di ricerca», spiega Andrea Angiolini, responsabile della casa editrice per le nuove tecnologie. Da lunedì 12 ottobre la casa editrice propone in rete dunque 300 testi, divisi per settori (critica letteraria, economia, storia ecc), che sono interamente consultabili a partire dall'indice, dal quale si ha accesso ai capitoli, ai paragrafi, fino agli apparati (note e bibliografia).
Non solo. I libri possono essere "manipolati" dagli utenti (in special modo gli studenti) con la possibilità di aggiungere delle note a margine, di esportare i riferimenti più significativi nei principali social network, di copiare e incollare brevi porzioni di testo per le citazioni nei propri lavori. Saranno possibili ricerche all'interno dei testi per autore, titolo, argomento o anno, sul singolo volume e sull'archivio nel suo complesso.
L'archivio sarà fornito gratuitamente in visione a tutte le università e alle altre istituzioni che sono tradizionalmente clienti del Mulino, per poi diventare a pagamento dal gennaio 2010. Non è previsto che venga fornito a privati: semplicemente si potrà accedere solo se l'istituzione lo permetterà. Ogni anno nuovi libri verranno inseriti a rafforzare le fila dell'archivio.
«Ma tecnicamente – continua Angiolini – noi siamo già pronti con tutti i libri pubblicati dal 2006 a oggi a sbarcare anche su formati alternativi, come il Kindle. Infatti a Francoforte abbiamo già fissati appuntamenti con Amazon». Per poter disporre di un così ingente archivio, il Mulino ha da qualche anno modificato la filiera produttiva, addirittura sviluppando in proprio un software di impaginazione che tiene conto di tutte le esigenze, dal cartaceo ai vari formati internazionali digitali.
Un asso nella manica per la casa editrice che potrebbe rivendere il know how ai concorrenti più indietro. «Abbiamo già avuto richieste». Il modello di Darwinbooks che ha fatto da faro durante lo sviluppo del progetto è stato quello già messo in pratica con ottimi risultati dalla Oxford Scholarship online, con l'integrazione dell'esperienza che il Mulino può vantare con la pubblicazione delle sue oltre 50 riviste sul web.
Darwinbooks è solo il primo passo verso un'integrazione sempre più orientata alle nuove possibilità di fruizione dello studio e della lettura. «Nelle prossime fasi forniremo i manuali universitari, con contenuti aggiuntivi per gli studenti, e infine in una terza fase arriveremo ai libri di varia veri e propri, da vendere tramite gli e-book store che nasceranno anche in Italia».
La scommessa verso il futuro del Mulino è molto decisa, anche se si inserisce in un quadro di continuità con la storia della casa editrice. Nel 2009 (che si chiuderà, in un contesto generale negativo, con un segno più sul fatturato), infatti, la casa bolognese ha acquisito il controllo (per il 60%) della concorrente Carocci, più spiccatamente universitaria, in vista della creazione di un polo saggistico-universitario ancora più forte, ha cambiato i direttori di alcune storiche riviste come "Il Mulino" e ha un nuovo direttore editoriale, Giovanna Movia, che avrà il compito di salvaguardare il valore delle pubblicazioni passate e di sfruttare al meglio le possibilità che aprono gli scenari futuri. La risposta ora la darà il mercato.