All'incanto i gioielli d'arte della vecchia Alitalia. Domani 8 dicembre, alle 21, vanno all'asta da Finarte 187 piccole e grandi opere d'arte contemporanea che hanno abbellito le pareti degli aerei durante i voli intercontinentali e gli uffici di rappresentanza di tutto il mondo della compagnia aerea in amministrazione straordinaria. «Ammirare la collezione – sottolinea il commissario straordinario di Alitalia spa, Augusto Fantozzi – è come guardare trasversalmente attraverso 30 anni di produzione pittorica italiana, che dagli anni '50 ai '70 ha visto il periodo di maggiore attività di artisti importanti». Opere di piccole e grandi dimensioni, principalmente di corrente futurista.
La prima opera espressamente commissionata da Alitalia nel 1954 per abbellire la sede di Parigi è un enorme composizione di Gino Severini, tre pannelli di legno con Zeus partorito dal sole. Una combinazione di macchine, movimento e progresso che doveva rappresentare all'estero, spiegano gli organizzatori della mostra, la modernità, la positività e la fiducia nella neonata compagnia aerea. Grandi nomi del futurismo, da Giacomo Balla a Enrico Prampolini, si sono aggiunte negli anni alla collezione. Fra le opere ci sono esponenti delle poetiche del gesto come Fontana, e della materia, come Burri. È rappresentata la corrente astratto-concreta del Gruppo degli Otto, ci sono quadri degli astrattisti romani. L'arte figurativa, invece, è testimoniata da Casorati, Morandi, de Pisis, Guttuso, Levi, Maccari.
L'idea di portare a bordo degli aerei opere d'arte, racconta la storia della collezione, si deve a Corrado Cagli, con l'obiettivo di rendere più piacevole il volo stimolando la sensibilità estetica del viaggiatore e divulgare la cultura italiana oltre confine. Furono incentivate giovani promesse dell'arte, oltre ad esporre quadri degli artisti più noti del momento. La mostra fu inaugurata nella sede Alitalia di New York, il 18 novembre 1961.
Per l'asta già sono moltissime le prenotazioni dei quadri avvenute via telefono o in forma scritta. E già molti quadri della mostra curata da Maria Cristina Corsini e Georgia Bava hanno superato di gran lunga la cifra di partenza dell'asta. Il più costoso, fiore all'occhiello della collezione, è il Severini "Zeus partorito dal sole", una tempera su 3 pannelli di legno di 2,71 per 4,12 metri. Base di partenza dell'asta: 350mila euro.
Attenzione, però, visto che si tratta della vendita di beni d'impresa, oltre ai diritto della casa d'aste (24%), i compratori devono sommare il 20% di Iva. Dunque, su ogni acquisto il prezzo di aggiudicazione andrà maggiorato del 44 per cento.