In bianco e nero, silenziosa, il 15 dicembre 1969 la Piazza del Duomo di Milano è invasa da 300mila persone. Senza cartelli, senza slogan. Un muro di dignità si erige a difesa della città, in ricordo delle vittime della strage alla Banca dell'Agricoltura di cui si stanno celebrando i funerali. Soprattutto a difesa di tutti gli altri. E' una delle immagini più forti di "Piazza Fontana", fumetto sceneggiato da Francesco Barilli e disegnato da Matteo Fenoglio per la casa editrice Becco Giallo. Nell'aria i versi della poesia di Pasolini Patmos -"Così si consola la morte, e chi ha la cattiva creanza di farsi piangere; ridotto a tronconi" – su cui si susseguono tavole dedicate alle 17 vittime della strage, quasi lapidi di una nostra Spoon River. E sullo sfondo di una Milano svuotata, di edifici pesanti e grigi, si fa spazio la cronaca storica. La bomba delle 16.37, i primi morti e più di 84 feriti. La pista anarchica, la morte di Pinelli, le accuse a Valpreda, i contatti tra i servizi segreti e l'Ordine Nuovo di Pino Rauti, la strategia della tensione. E i neofascisti veneti: Carlo Maria Maggi e Delfo Zorzi, assolti, e Franco Freda e Giovanni Ventura, anche. Nell'ultimo processo conclusosi con la sentenza della Corte di Cassazione nel 2005 la colpevolezza di Freda e Ventura è stata riconosciuta, "storicamente provata" ha detto il giudice Salvini di Milano. Ma Freda e Ventura sono anche non condannabili, perché precedentemente assolti con formula definitiva.
Per confezionare questo libro Barilli e Fenoglio hanno ripercorso il dissestato iter delle vicende giudiziarie e setacciato il materiale video e fotografico disponibile, spiegando in appendice ogni scelta stilistica e narrativa. Hanno dato la voce a vittime e testimoni, intervistando ( e disegnando) Fortunato Zinni, sindaco di Bresso, all'epoca impiegato allo sportello, Francesca e Paolo Dendena e Carlo Arnoldi, figli di Pietro Dendena e Giovanni Arnoldi morti il 12 dicembre. Il risultato non è un fumetto. Aldo Giannulli, ricercatore di Storia contemporanea all'Università di Milano, consulente di diverse procure in merito alle stragi alla Banca dell'Agricoltura e a Piazza della Loggia, lo spiega bene nell'introduzione. "Piazza Fontana" è "un modo diverso di raccontare la storia" , è la capacità del fumetto di ricomporre la memoria con forza espressiva e senza retorica ed è "un appello all'impegno civile". Lo stesso impegno civile che hanno dimostrato tutti quelli che il 15 dicembre erano in Piazza del Duomo. Dice alla fine del volume Fortunato Zinni che, tra politica, magistratura, stampa e opinione pubblica, sulla strage si salva solo l'opinione pubblica e solo per quella "fiammata d'orgoglio dei funerali".
Dopo quarant'anni , dopo i depistaggi, dopo le sentenze che si sono contraddette l'una con l'altra, familiari e testimoni sono ancora qui : a chiedere ai cittadini di ricordare e a allo Stato, che non è riuscito a garantire che fosse fatta giustizia, almeno di far sentire la sua presenza. E un appello va fatto ai ragazzi di oggi: dovrebbero leggere questa storia per immagini, perché tutti, anche quelli che non c'erano, possano un giorno pronunciare la frase che apre il racconto: "Milano… Mi sembra di ricordare…".