«Guerra guerra guerra. Alzati... e difenditi Uccidi prima che ti uccidano. Massacra prima che massacrino te. Scaricali in un fosso prima che ci buttino te». Il messaggio agghiacciante è uno dei 145 individuati da gruppi di attivisti in Nigeria, secondo testimonianze raccolte dall'agenzia Afp e riprese il 27 gennaio dalla Bbc: sms diffusi massicciamente nel tentativo di spargere benzina sugli ultimi sanguinosi scontri tra musulmani e cristiani.

In Rwanda era stata la radio il mezzo di comunicazione privilegiato per suscitare terrore e massacri. Oggi si stima che circa un terzo della popolazione nigeriana sia dotata di un telefono cellulare. Fioriscono usi costruttivi a sostegno dell'economia, come il mobile banking, e dell'informazione, grazie alla possibilità di avere riscontri capillari e in diretta, ma purtroppo anche usi impropri, sui quali in genere ci si sofferma meno (esemplari, nel bene e nel male, erano state le ultime elezioni presidenziali in Kenya). Non è un problema solo africano: nel dicembre del 2005 Punto Informatico raccontava dei provvedimenti presi dalle autorità federali con i quali si autorizzavano le intercettazioni dei messaggi testuali per prevenire attacchi agli stranieri. In questo caso i gruppi razzisti ricorrevano agli sms non a fini propagandistici ma per organizzarsi.

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