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I vandali? possiamo contrastarli

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15 gennaio 2010

«Non sono molto bravo a parlare del "lato oscuro" di internet. Per me il vero lato oscuro è la censura e soprattutto la mancanza di connessione...».
Non ci si poteva aspettare un'opinione diversa da uno come Nicholas Negroponte. Il fondatore del MediaLab all'Mit, l'autore dislettico di Essere Digitali, il visionario che ha teorizzato la convergenza dei business dell'informatica, delle telecomunicazioni e dei media, oggi è il promotore dell'iniziativa "One Laptop Per Child", tesa a diffondere gli strumenti necessari all'inclusione dei bambini che vivono nelle aree del mondo sprovviste di libri, scuole, computer, internet, elettricità. Ed è ambasciatore dell'iniziativa lanciata da Wired Italia per candidare i padri fondatori di internet al premio Nobel per la pace. Non è certo il tipo che non prende posizione sul dibattito lanciato dal «Sole 24 Ore» sulla qualità della conoscenza e della convivenza che emerge dalla rete.
«Wikipedia? Migliora costantemente nel tempo. Ci sono i vandali, certo. Ma, nella comunità che compila e corregge Wikipedia, cresce la capacità di contrastarli. Non so se sia possibile costruire un'internet a prova di vandali. Ma Wikipedia è una buona approssimazione di quello che si può fare. Certo, ci sono e ci saranno sempre punti di vista diversi. E comportamenti più o meno corretti. Ma in generale, sostengo che internet è fondamentalmente uno strumento della pace». E in ogni caso la rete c'è e quindi si tratta di imparare a pensarla bene. «Una ventina d'anni fa, il digitale era la rivoluzione. Ora è la cultura. I temi visionari, oggi, sono relativi alla convergenza di biotecnologie ed elettronica...».
Certo che lo sviluppo del digitale è stato e resta tanto veloce che la società deve ancora digerirne le conseguenze culturali... «Facciamo l'esempio di quello che capita nei tempi morti della vita quotidiana. Una volta, se stavo in coda, aspettando un autobus o l'imbarco in aereo, riflettevo. Oggi in quei momenti faccio sempre qualcosa: prendo il cellulare e rispondo alla mail, consulto qualche sito... Il tempo della riflessione oggi è un tempo che mi prendo di proposito. Oggi faccio più cose e sono più consapevole dei miei tempi, anche di pensiero. Questo, indubbiamente, è un cambiamento. Ma il cambiamento c'è e continuerà a esserci».
«In realtà, la rete ha reso disponibile una quantità inimmaginabile di conoscenze. E questa è una ricchezza inestimabile, oltre che un motore di sviluppo».

15 gennaio 2010
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