Disseminazione e scambio di informazione; comunità virtuali; collaborazione; accesso agevolato per i disabili; formazione; documentazione, risparmio, pubblica sicurezza; fattore cool; competitività nel recruiting. Sono i vantaggi del web 2.0, di strumenti come i wiki per la produzione cooperativa di contenuti, come Linkedin per connettersi ad altri, come Twitter per diffondere informazione. Punti problematici, invece, questioni legali, di governance, di sicurezza, di risorse. Nulla di nuovo, salvo il fatto che la lista è emersa nel corso di una ricerca del Center for Technology Government dell'Università di Albany (NY), volta a verificare potenzialità e rischi percepiti nell'impiego dei social media in ambito governativo.
Lo studio, che si concluderà a marzo, non è di quelli destinati a diventare una milestone. Ma registra il radicarsi di una sensibilità digitale presso funzionari che si interrogano su come comunicano tra loro e con il pubblico, e che si pongono questioni quali: come possiamo pensare di rinnovarci reclutando giovani brillanti se non comunichiamo come loro?
Intanto Barack Obama usa il FollowFriday (il venerdì suggerisci su Twitter qualche nome superselezionato) per invitare a seguire, su Twitter naturalmente, i press officer della Casa Bianca. Comunicazioni e reazioni dirette del pubblico sono ufficialmente archiviate.

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