Qual è la probabilità che in Facebook un "amico" di Sarah Palin abbia per "amico" un "amico" di Barack Obama? Come cambia tale probabilità se messa in relazione con dati geografici? A questo genere di domande prova a dare risposta un progetto di grande interesse avviato da Pete Warden. Studi di Computer Vision in Gran Bretagna, impegnato nell'industria dei videogiochi quindi in Apple per cinque anni, oggi Warden ha una propria società, Mailana, specializzata in analisi grafica delle relazioni sociali nei social network come Twitter. Negli ultimi sei mesi Warden ha indicizzato 215 milioni di profili pubblici di utenti di Facebook, e nei prossimi giorni metterà i dati a disposizione della comunità scientifica. Quello che si attende è innanzitutto l'emergere di studi di carattere sociale sulla popolazione del network, così da rispondere a domande come quella sopra citata. In prospettiva - osserva Marshall Kirkpatrick su ReadWriteWeb - da queste ricerche potranno nascere servizi di nuova generazione di raccomandazione, sensibilizzazione e altro che possa scaturire dalla messe di dati resi pubblici grazie al Web 2.0. Magari anche strumenti che favoriscano il superamento della bolla autoreferenziale in cui, essendo portati a cercare relazioni e informazioni che ci somiglino e che confermino le nostre convinzioni, ci si trova facilmente invischiati.
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