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Firenze: quando passato e presente si prendono per mano

di Giovanna Canzi

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4 febbraio 2010
Massimo Nannucci, Falso/Vero per simmetria, 1971-2010, Cenacolo di Ognissanti, Firenze (Foto di Carlo Cantini)
Galleria fotografica

Una luce filtrata dal plexiglass si accompagna a un concerto di tracce sonore. 36 tonalità di colore, nelle gradazioni tra il rosso e il violetto, sono interpretate da alcuni musicisti che con il loro suono ridisegnano il Chiostro dello Scalzo a Firenze. Un inedito lavoro di Paolo Parisi, artista nato a Catania, ma fiorentino d'adozione, che insieme ad altre opere lievi e poetiche intendono proporre un suggestivo dialogo fra i luoghi più importanti del Polo Museale Fiorentino e l'attuale produzione artistica espressa negli ultimi decenni in Toscana. Accade con la mostra "Alla maniera d'oggi. Base a Firenze", curata da Marco Bazzini e progettata dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato .

Un progetto che già nel titolo rivela la doppia partitura su cui è modulato il ritmo di questa iniziativa. Da un lato il richiamo al Vasari che con la sua celebre espressione ("Alla maniera d'oggi") intendeva sottolineare nelle sue "Vite" le novità introdotte nel linguaggio artistico proprio dei pittori della Firenze rinascimentale, dall'altro il riferimento a un'associazione "base/progetti per l'arte" che dal 1998 raggruppa tutti gli artisti presenti in mostra, diventando una fucina di idee e di creatività.

Così, insieme al lavoro di Parisi, altre performance interpretano in modo originale e inconsueto i grandi spazi artistici che fanno di Firenze una delle città più seducenti di Italia. Come l'opera di Mario Airò, da sempre spinto dal desiderio di far nascere nello spettatore stati d'animo e sensazioni emotive, che per la Biblioteca Monumentale del Museo di San Marco ha proposto un'installazione luminosa: una parabola proiettata con un laser che ridisegna la volta a botte centrale. O come l'intreccio circolare di cavi d'acciaio, senza inizio, senza fine, che circonda la Colonna di San Zanobi - proposta da Remo Salvadori - che gioca con il valore simbolico legato all'accadimento miracoloso a seguito del quale la colonna fu eretta (al passaggio delle reliquie del santo, che venivano traslate dalla vecchia cattedrale di San Lorenzo a quella di Santa Reparata il 26 gennaio 429, un olmo secco, in pieno inverno, al solo contatto accidentale con il sarcofago, sarebbe miracolosamente rinverdito facendo spuntare delle tenere foglioline). E ancora il neon proiettato sulla facciata della Galleria degli Uffizi - con il lavoro di Maurizio Nannucci - gli elementi realizzati in legno che poggiano sul pavimento intarsiato e decorato con i segni dello zodiaco in San Miniato - con l'opera di Marco Bagnoli -, e il gesto ripetitivo di portare fiori in offerta a un'opera d'arte pittorica esposta all'interno della Galleria dell'Accademia con cui Massimo Bartolini invita a riflettere sul nostro sistema dell'arte che ha spesso sostituito l'empatia e il coinvolgimento del pubblico con una distanza intellettuale che congela l'emozione e impedisce allo spettatore un rapporto paritario e orizzontale con l'arte.

Alla maniera d'oggi. Base a Firenze - 3 febbraio – 11 aprile
Firenze, varie sedi
www.centropecci.it
Artisti in mostra: Mario Airò, Marco Bagnoli, Massimo Bartolini, Paolo Masi, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Paolo Parisi, Remo Salvadori

4 febbraio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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