Enrico Mattei è " Il signore del cane nero". Nell'ambito del progetto " Verso il 150 dell'Unità D'Italia" la Fondazione del Teatro Stabile di Torino e l'Associazione Culturale Muse in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, ha prodotto un'intelligente e coraggiosa rilettura della storia del " corsaro del petrolio", scritta a quattro mani da Laura Curino e Gabriele Vacis. Tema scottante e attuale, la cronaca ogni giorno ci propone di regnanti dell'economia e imprenditori che sguazzano nell'illecito, ben venga quindi l'epopea di un uomo scaltro e tracotante che partito come operaio fondò l'Eni. Indubbiamente un corruttore senza scrupoli ma ai fini di un grande progetto e del bene pubblico. A narrare in versione teatrale Enrico Mattei "genialmente beffardo, affascinante, duro e generoso" è Laura Curino nei panni della folle Celestina. In realtà un personaggio reale, ispirato a una donna che frequentava il centro di Igiene mentale di Settimo, ossessionata dalla figura di Mattei, parlava di lui continuamente ripetendo a menadito la sua vita svelandone i lati più oscuri.

I pazzi, si sa, possono dire tutto senza censure. Celestina scarmigliata e con gli occhioni sgranati, paludata in un pastrano informe che nasconde un vezzoso tutù nero (Mattei amava le ballerine), ci spiattella la sua sincera versione dei fatti, parlando di Mattei come del suo fascinoso " principale" quasi impersonando una bislacca segretaria che tutto sa. La scena di Lucio Diana è minimale: un pannello, dove durante il monologo fluiscono immagini, filmati, interviste, materiale storico, del ragazzo di Aqualagna che sognava un'Italia dall'energia indipendente, illuminata ai lati da fari che rappresentano i pozzi della Valpadana dove Eni cercava l'oro nero. Curino-Celestina ci accompagna per due ore in un viaggio appassionato e spiazzante, nei meandri di una parabola di vita e di una storia di cui anche noi vorremmo finalmente sapere la verità, tra le mille che finora ruotano e ci hanno raccontato sul signore del cane a sei zampe.

Laura, bravissima, presta volto e voce cangiante con maestria a Mattei ragazzino, Pasolini, Mattei adulto, per ritornare ai timbri scombinati e ossessivi di Celestina, per rivendicare un'eredità matteiana alla storia del nostro paese. Rispolvera misteri inquietanti, come la misteriosa sparizione di un capitolo di "Petrolio" di Pasolini, dove pare ci siano i segreti Eni e i nomi che si riconducono alla morte di Mattei, ancora oggi avvolta nel mistero. Chi ordì il complotto che fece esplodere nel 1962, nel cielo di Bescapè, l'aereo dell'uomo del miracolo italiano? Lui che disobbedì a De Gasperi, che ebbe il coraggio di ribellarsi alle "Sette sorelle", che sfruttava e non nascondeva le miserie della politica italiana: " i partiti sono come un taxi, io salgo, pago e scendo". Vacis che cura sapientemente anche la regia e la Curino non nascondono i sistemi disinvolti e la corruzione di Mattei, non lo assolvono, ma segnalano che almeno lui corrompeva per un grande progetto.

Contestano che la morte sia un incidente e tra le innumerevoli ipotesi sui responsabili dell'omicidio: americani, terroristi francesi, mafia, puntano sull'indagine (archiviata nel 2005) del giudice Vincenzo Calìa che ha dimostrato ampiamente il sabotaggio dell'aereo per mano italiana. Non a caso lo spettacolo si chiude con le immagini del ritrovamento dei resti dell'aereo e quelle della Crocifissione, ricordando Piazza Fontana, Bologna e Ustica, mentre Celestina cerca invano quel che rimane del suo " principale" esploso tra i campi pavesi ed Eugenio Cefis (successore di Mattei all'Eni) alias il Troia pasoliniano, ridacchia.

Sposando il pensiero pasoliano e denunciando la loro " verità", frutto di certosina ricerca e documentazione, Curino e Vacis con un atto di grande valore civile e morale per non dimenticare, ci regalano uno spettacolo da non perdere, ricostruendo le speranze e le disillusioni dell'Italia del dopoguerra, la politica, e la carriera sorprendente, interrotta troppo presto, di un uomo che come diceva Giovanni Guareschi: "E' senza dubbio l'uomo più potente d'Italia, all'infuori del Santo Padre… il Signore del cane nero è in grado di controllare qualsiasi spostamento di uomini o cose".

" Il signore del cane nero" storie su Enrico Mattei di Laura Curino e Gabriele Vacis. Regia di Gabriele Vacis. Scenografia e video di Lucio Diana. Luci e scenofonia di Roberto Tarasco. Interprete: Laura Curino. Prodotto da Fondazione del Teatro Stabile di Torino/ Associazione Culturale Muse in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano- Teatro d'Europa da uno spettacolo ideato dal Piccolo Teatro in collaborazione e con il sostegno di Eni.

Lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale alla Cavallerizza Reale/ Maneggio di Torino dal 2 al 15 marzo e prosegue la tournèe:
19/21 marzo Teatro Sociale - Brescia
23/28 marzo Sala Bartoli- Trieste
29 marzo Teatro Verdi- Maniago
30 marzo Teatro Club, Udine
31 marzo Cinema Teatro- Chiasso
8/ 9 aprile Teatro Piermarini- Matelica
10 aprile Teatro Cafaro- Latina
19/ 30 aprile Teatro Studio –Milano
http://www.teatrostabiletorino.it/
http://www.lauracurino.it/

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