Italia-Brasile. No, non è del fantasma di Pelé che colpisce di testa librandosi su un pensoso Burgnich che qui si parla, né della tripletta di Pablito Rossi al Sarrià, tanto meno del rigore spedito alle stelle da Roby Baggio al termine del Mondiale ‘94. Il calcio per una volta, nel passionale rapporto che unisce il Bel Paese alla Repubblica sudamericana, non c'entra.
C'entra la musica, c'entrano l'esilio del vate della bossa nova Chico Buanque de Hollanda nella Roma della contestazione, Mina che reinterpreta Antonio Carlos Jobim, l'esperienza di Ornella Vanoni con Vinicius de Moraes e Toquiño, Ivano Fossati che traduce «O que serà». È almeno dagli anni Sessanta che Italia e Brasile musicalmente parlando si attraggono e lo testimonia «InventaRio», progetto di jazz bossa nova che unisce il contrabbassista Ferruccio Spinetti (quello del duo con Petra Magoni), il pianista Giovanni Ceccarelli e il cantautore carioca Dadi Carvalho. Un sodalizio nuovo eppure solidissimo - anche grazie all'apporto di Francesco Petreni alla batteria - del quale è perfetta testimonianza l'album appena uscito per l'etichetta indipendente My Favorite Records. È accaduto tutto molto semplicemente: nel gennaio del 2009 i due italiani si sono recati a Rio de Janeiro, accompagnati dallo studioso di musica brasiliana Max de Tomassi, per cercare ispirazione all'ombra del Corcovado e si sono imbattuti nell'estro di Carvalho, già autore di un nucleo di brani che prometteva bene.
Il resto è documentato nelle tredici tracce del disco, un'opera che si avvale delle ospitate di vocalist del calibro della stessa Petra Magoni (eccelsa nell'adattamento italiano di «Desde que o samba é samba» di Caetano Veloso), Marisa Monte, Ivan Lins e Pacifico. La cifra dell'album sta tutta nel brano apripista «Alvo certo», grazie al quale il pubblico italiano fa la conoscenza con Dadi, voce riconoscibilissima, di sicuro formatasi sui classici di Chico Buarque e Veloso. Spinetti mette sul tavolo due vecchi suoi brani scritti in napoletano («'A rezza» e «Fronne») che in mano a Dadi diventano le malinconiche «Lá na Rede» e «Folhas». «Não é proibido» sembra tenere ben presente la lezione dei tropicalisti mentre il «Minuetto» esalta il pathos del personale stile pianistico di Ceccarelli. Un album che fa davvero tornare indietro con la memoria, ai tempi in cui sull'asse Italia-Brasile ne accadevano di cose interessanti per noi ascoltatori. Caldamente consigliato agli irriducibili della bossa nova: c'è ancora in giro chi sa cosa chiedete alla musica.
Ceccarelli, Dadi, Spinetti
«InventaRio»
My Favorite Records / Cose di Musica