È sempre suggestivo vedere l'ombra di dati e metadati che accompagna un oggetto digitale. A maggior ragione nel caso di Twitter, strumento che della leggerezza ha fatto la proprio vocazione. Anche qui invece è come se avessimo in avanscoperta, nel mondo sensibile agli occhi nostri e a quelli delle persone con cui ci interessa comunicare un omino, piccolo e agile; e appiccicato dietro di lui, a fargli da ombra, una montagna con cui, per nostra fortuna, solo la macchina deve fare i conti.
Altro che 140 battute, insomma: accanto al testo scientemente lanciato in rete dall'utente di Twitter, ogni messaggio condensa una sfilza di informazioni supplementari, sul messaggio stesso, su chi l'ha spedito e così via, dalla lingua all'indicazione geografica associata al tweet, dall'intensità con cui l'utente cinguetta al numero di persone che lo seguono. Questa immagine che mappa il contenuto di un messaggio, permette di farsi un'idea del peso reale di ogni tweet.
Nel prossimo futuro, grazie a un sistema aperto di annotazioni, il numero di informazioni agganciabili a un tweet si moltiplicherà. Starà ai programmatori sviluppare soluzioni, per aggiungere metadati, studiare il modo di condividere tra utenti foto, video, musica, o di fare sondaggi, come ipotizza Sarah Perez su Read Write Web.


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