A 31 anni da 'Banana Republic', dalla fortunata tourneè negli stadi italiani, 31 anni dopo 'Ma come fanno i marinai' e 'Cosa Sarà', Lucio Dalla e Francesco De Gregori tornano a esibirsi in un lungo tour che è cominciato ieri sera a Senigallia e andrà avanti tutta l'estate. I due mostri sacri della canzone d'autore italiana ci riprovano, ma non per cantare come allora ciascuno i propri brani (tranne due) con le rispettive band, ma riunendo in un unico concerto tutta la loro produzione con la volontà dichiarata di renderla contemporanea e attuale. «Non una celebrazione, ma una dimostrazione di giovinezza«, dice De Gregori. «Perché cantare le canzoni l'uno dell'altro credo sia un gioco che piaccia anche a chi ci ascolta - aggiunge Dalla -, è come entrare nell' anima e nella testa dell'altro e poi sapere che insieme entriamo nel cuore della gente. Anche i pezzi che hanno avuto meno successo di vendita eseguiti insieme diventano per noi canzoni straordinarie». «Io di Dalla - confessa De Gregori - ammiro l'innata e infinita capacità musicale». E Dalla: «Io gli invidio la purezza della visione musicale, una capacità di sintesi rarissima anche nei grandi autori classici».
L'idea del tour nasce per caso l'estate scorsa a Solferino, quando Dalla e De Gregori si rincontrano per i 150 anni della Croce Rossa, e scoprono che le loro voci insieme hanno un suono magnifico. Poi c'è il concerto semiclandestino al Vox Club di Nonantola, tra le nebbie del Modenese, il 22 gennaio di quest'anno, che lancia il loro primo inedito: 'Non basta saper cantare'. Un successo travolgente cui seguono altri step un po' qua e un po' là per l'Italia. «In pratica quattro mesi di prove», dice Dalla». Fino a ieri sera a Senigallia: il numero zero, prima del grande debutto agli Arcimboldi di Milano domani 5 maggio.
La prima a Senigallia. Due ore e mezzo di grande musica fra pezzi inediti e nuovi arrangiamenti, in una perfetta fusione tra voci, orchestra e scenografia. È stata così, tra gli applausi a scena aperta del pubblico il debutto del duo Dalla-De Gregori alla Fenice di Senigallia, sold out, per il tour «Duemiladieci Work in progress». Chi pensava che le canzoni dello sterminato repertorio dei due mostri sacri fossero già perfette com'erano, ha dovuto ricredersi di fronte alla forza di un connubio artistico, che ha saputo attualizzare i successi di trent'anni fa. Con un fondale scenografico semplice e raffinato, firmato da Mimmo Paladino, su cui spicca il profilo astratto di una testa, che si anima di colori, quadri e parole, parte 'Over the rainbow', preludio solo musicale con Lucio Dalla al clarinetto e Francesco De Gregori
all'armonica a bocca. Entrambi in pantaloni e giacca casual - chiari il primo, scuri il secondo - e gli immancabili cappelli, entrano subito in sintonia col pubblico che li accoglie con un ovazione già al primo ingresso. Poi è la volta di 'Tutta la vita' in versione rock, forte, ritmata coinvolgente. Cantano insieme a strofe divise 'Anna e Marco' e poi 'Titanic' e 'La leva calcistica del '68', su cui Dalla interviene con un assolo languido e sognante al clarinetto, che scatena l'entusiasmo dell'uditorio.
Si muovono ognuno nelle canzoni dell'altro, come se lo facessero da sempre: sornione e riservato, De Gregori dà spazio alle gigionate dell'amico che annuncia: «Solo un cretino come me poteva scrivere una canzone e chiamarla 'Canzone'», brano che canta facendo finta di suonare, con acuti da far invidia a un tenore, mentre De Gregori lo accompagna all'armonica. Poi è la volta di 'Henna', canzone contro la guerra, «la più sentita, la più dolorosa - confessa Dalla -. Penso che non solo sia un diritto, ma anche un dovere quello di dire no quando ti dicono di uccidere». E fa precedere il pezzo cantato dalla recitazione delle strofe fatta dal vocalist Marco Alemanno. De Gregori prosegue con 'Viva l'Italia'. «Forse le parole giuste per definirla - dice - sarebbero 'nonostante tutto' , diciamo solo che è una canzone d'amore per un paese che tutto il mondo ama».
Segue il brano inedito 'Gran Turismo' - «una canzone fresca per chi viaggia» secondo De Gregori -, che subito ammalia il pubblico e si profila come in nuovo successo. Poi, nel crescendodi applausi di un pubblico di tutte le età, seguono 'Futura', 'Rimmel', 'Gigolo'«. »È una canzone scritta nel 1924 - spiega Dalla - l'hanno eseguita tutti i più grandi cantanti dell'epoca, il titolo - scherza - non è autobiografico». Infine gli assoli di De Gregori nella 'Donna cannone' e di Dalla in 'Caruso' per concludere insieme con la ninna nanna di con 'Buona Notte Fiorellino',che da valzer si trasforma in un trascinante shuffle. Quattro i bis, con il gran finale 'Non basta saper cantare', nuovo brano già presentato nel gennaio scorso a Nonantola, nel modenese, primo banco di prova nel nuovo tour appena nato. Scontato lo scroscio di applausi, che vanno anche agli straordinari musicisti e ai due vocalist della band, assieme al Nu-Ork quintet, quintetto d'archi diretto da Beppe D'Onghia. Prossima tappa a Milano il 5 maggio prossimo, poi Roma e varie città italiane e straniere per un totale di 30 concerti lungo tutta l'estate.