Che sfida tra mediani, Piacenza-Mantova: Iachini contro Di Carlo

* Goal.com *

Nei primi anni di carriera, Iachini era abituato a mordere le caviglie dei vari Maradona, Platini, Zico. Gli allenatori del tempo, uno su tutti: Mazzone, gli davano consegne precise: «Devi marcare l'avversario più pericoloso». E Iachini eseguiva. Ma con gli anni ha maturato una nuova idea di calcio, più propositiva e più collaborativa: a Firenze e Venezia, ha cominciato a fare il regista davanti alla difesa, un Pirlo ante litteram. Il merito della metamorfosi è degli altri allenatori, da Spalletti a Novellino di cui è stato vice a Venezia e che da giocatore regalava numeri d'alta scuola. Il punto fermo di Iachini adesso è: «Voglio che la squadra sviluppi con la stessa attenzione la fase difensiva e quella offensiva».E' la parola chiave anche del gioco di Di Carlo che non nasconde quanto lo abbia avvantaggiato il suo recente passato: «Giocavo nella zona chiave del campo, davanti alla difesa e dietro il centrocampo. Così capivo quanto fosse importante l'equilibrio della squadra». Meglio Iachini o lui? «Beppe era più forte fisicamente, io forse avevo più qualità». E tornando a oggi: chi è il Di Carlo del Mantova, Brambilla o Grauso? «Per favore non scherziamo, se avessi avuto i piedi di Brambilla, sarei finito in nazionale. No, non fate certi paragoni». Anche il mediano Di Carlo si è affinato poco per volta, certo s'incollava a Baggio o a Zidane e non li mollava, ma cercava anche si seguire le tracce di un allenatore che avrebbe fatto grande una squadra di provincia: «A Guidolin devo moltissimo, ha segnato un periodo irripetibile». E così, quasi senza volerlo, si è trovato allenatore in campo, «un ruolo difficile perché la mente deve viaggiare più veloce della gamba». Il fascino della squadra organizzata nasce così.Fonte: Gazzetta dello Sport