Calciopoli 2 non si ferma al campionato 2004/2005, ora entra in gioco
anche la stagione scorsa. A confermarlo è il Capo dell'Ufficio Indagini
della Figc, Francesco Saverio Borrelli che, intervenendo a Matera ad un
incontro sulla riforma della giustizia sportiva, ha così fatto il punto
della situazione: «Calciopoli non è ancora finita, ma occorrono dei
correttivi. Non si può dire che le indagini siano finite se pensiamo ai
risultati della Procura di Napoli che ha fatto riferimento all'annata
calcistica 2005/2006». Una conferma importante a quello che sembrava
ormai chiaro da quando dalle carte dei Pm Beatrice e Narducci erano
venute fuori le ormai famose "utenze svizzere", quelle schede
telefoniche che Luciano Moggi avrebbe fatto acquistare da un suo
collaboratore in un negozio di telefonia di Chiasso. Schede ritenute sicure e utilizzate per
mesi, ma ci sono in ballo anche quelle del
Liechtenstein, che si pensa
siano state usate fino a poco tempo prima che scoppiasse il primo
Calciopoli.E probabilmente proprio a quelle sim si riferisce
Borrelli che nei prossimi giorni inizierà gli interrogatori degli
arbitri in attività sospesi (Bertini, Paparesta e Pieri), di quelli non
più in attività (Cassarà, Dattilo, Gabriele e Racalbuto) e degli
assistenti Ambrosino e Baglioni. E così giustizia sportiva e giustizia
ordinaria andranno avanti a braccetto, anche se con tempi decisamente
diversi, per cercare di ripulire il nostro calcio. «Il problema della
legalità nel nostro Paese riguarda un po' tutti i campi e il calcio non
fa eccezione - ha detto ieri Borrelli - in passato sono stati fatti
degli errori, come il riconoscimento alle società della veste di
società per azioni, poi la quotazione in borsa e, infine, i compensi ai
calciatori che da noi sono stratosferici. In Inghilterra in questo
settore c'è il "Salary Cap" che pone un limite ai compensi». Un analisi
a 360 gradi del mondo del pallone, e un auspicio conclusivo: «Si
ritorni ad una centralizzazione della contrattazione dei diritti
televisivi. Occorre impegno da parte di tutti, anche sul piano
legislativo, per rimediare».