Il Punto sul Palermo: Corini, l'addio di un grande uomo

* Goal.com *

Dopo quattro magnifiche stagioni si è concluso in malo modo il rapporto tra la società di Zamparini e quello che può essere considerato il giocatore più importante della storia recente del club.Quando arrivò in rosanero, grazie alle pressanti richieste di Baldini, c'era qualche piccola perplessità tra i tifosi del club isolano. Qualcuno pensava che un contratto importante a quell'età per  il giocatore simbolo del Chievo di Del Neri avrebbe significato semplicemente una pensione dorata. Già dopo la prima trionfale stagione anche i più critici si resero conto di come fosse valsa la pena di sacrificare Morrone e Santana, passati in prestito alla squadra clivense.Il ritorno in Serie A si trasformò nell'ennesima dimostrazione di forma fisica e classe ancora intatta per il capitano dei rosanero che guidò il club fino alla qualificazione in Coppa Uefa. Visti gli addii a fine stagione di Luca Toni e Lamberto Zauli, il Genio rimase l'unico vero simbolo in campo della rinascita del Palermo. Dopo l'esordio nella massima serie con la maglia rosanero seguirono altre due stagioni ad altissimi livelli, coronate entrambe dalla partecipazione alla Coppa Uefa. L'ultima in particolare è stata formidabile. Nonostante un piccolo infortunio, Corini ha realizzato il suo record di marcature stagionali finendo l'annata in doppia cifra, ha avuto una media voto da grandissimo giocatore e il suo contributo non si esaurisce certo con la palla tra i piedi. E' stato un autentico leader e quando c'è stato da prendersi le responsabilità per un girone di ritorno penoso Eugenio è stato il primo a farsene carico.Solo quattro anni in una società ed essere già considerati una bandiera. Questo dice tantissimo sull'importanza e sulla statura umana prima ancora che tecnica del regista che porta il numero 5 sulle spalle. Nessuno mai aveva conquistato in tal modo l'amore incondizionato di tutto il pubblico rosanero, nessuno aveva mai portato così in alto i colori di questa società e soprattutto nessuno aveva mai incarnato così bene lo spirito di appartenenza al Palermo e alla città.Si sentiva un re a Palermo. In effetti per tutti i tifosi del club di viale del Fante Corini un Re lo era sul serio. Era il simbolo del riscatto di una società che da troppi anni vivacchiava tra la B e la C. Era lui che parlava ai giornalisti quando le cose andavano male ed era lui che in campo trascinava i compagni e i tifosi ad ogni occasione. Esemplare in campo e fuori dal campo, era amatissimo per quello che sapeva dare umanamente prima ancora che tecnicamente. Infine a Palermo ha conquistato tutti perché a 37 anni è ancora integro fisicamente e non sfigurerebbe in nessuna squadra al mondo. Se avesse avuto un altra data di nascita forse nel 2006 sarebbe stato il quarto rosanero a salire con l'Italia sul tetto del mondo, perché di vice-Pirlo come lui è difficile trovarne.E dopo l'ennesima stagione esaltante, forse la migliore della sua carriera, la fine dell'idillio. Già da mesi sulla stampa locale si discuteva del mancato rinnovo del capitano, ci si domandava se fosse soltanto questione di tempo o se non si stesse ripetendo la situazione già vissuta con Di Napoli e  Zauli. Eppure le parole del presidente erano state chiare, per Corini e per Tedesco era pronto qualche incarico all'interno della società quando avrebbero appeso le scarpe al chiodo e in effetti ad entrambi è stato offerto un rinnovo annuale alla fine di questa stagione, ma mentre Tedesco ha accettato di rimanere ancora una stagione nella sua città, magari in attesa di smettere di giocare, Corini ha preteso, dopo una stagione da autentico campione, di sentire la fiducia della società che avrebbe ampiamente meritato. La sensazione invece è stata quella di una dirigenza che tenendo comunque in considerazione le doti umane di Corini avesse comunque intenzione di puntare su qualcun altro per il futuro immediato del centrocampo e che tecnicamente non ci fosse più spazio per lui. Anche le dichiarazioni di Zamparini che preannunciavano un anno da riserva al capitano  del Palermo sono state tutt'altro che distensive. Forse tecnicamente puntare su di lui ancora a lungo in prospettiva sarebbe stato poco redditizio, benché sembri aver ricevuto in dono l'eterna giovinezza, ma un addio così brusco non fa onore ad una delle società modello del nostro calcio. Le bandiere forse non esistono più, ma i grandi uomini si, anche se rari, e fanno la differenza. Corini è senza dubbio un grande uomo e per Palermo, prima ancora che per il Palermo, è una perdita gravissima, aldilà di qualsiasi discorso tecnico.Mariano Calò