
Il caso Inter-Milan, per le presunte
plusvalenze gonfiate, relative alle iscrizioni ai campionati
2004-2005 e 2005-2006, ieri, ha registrato il deposito degli atti
della «chiusa inchiesta» da parte del pm milanese Carlo
Nocerino. E il magistrato inquirente (ai sensi dell'art.
415 bis del cpc) ha informato della conclusione della fase
istruttoria l'Inter e Massimo Moratti e il Milan e Adriano
Galliani. Questa prassi giudiziaria prelude la richiesta
dell'accusa di rinvio a giudizio, probabilmente per
«falso in bilancio». Adesso gli avvocati di Moratti e di
Galliani hanno tempo 20 giorni per presentare delle
controdeduzioni. A Moratti, al vicepresidente
dell'Inter Rinaldo Ghelfi e all'ex manager nerazzurro,
Mauro Gambaro, il pm contesta di aver esposto nei bilanci fino
a giugno 2004 «fatti non rispondenti al vero». Secondo il
magistrato inquirente, che si basa sulle indagini della
guardia di finanza, lo scopo era di gonfiare le plusvalenze
per «ingannare i soci e il pubblico, e conseguire
l'ingiusto profitto di non ripianare le perdite e di non
fornire alla Covisoc l'esatta situazione patrimoniale per
l'ammissione ai campionati 2004-2005 e 2005-2006».Vi sarebbero,
poi, compravendite incrociate in data 26 giugno 2003 col Milan:
«con corrispettivi falsamente ipervalutati, per un totale di
10.770.000 euro ». Dal pm Nocerino ce n'è anche
per Galliani, che avrebbe commesso irregolarità che riguardano
i bilanci chiusi al 30 giugno 2003, al 31 dicembre 2003 e al 31
dicembre 2004 «ai fini delle verifiche propedeutiche
all'ammissione ai campionati 2004-2005 e 2005-2006. Con
fatti materiali non rispondenti al vero, nonché
dell'alterazione della situazione finanziaria della
società». Ieri s'è generato anche un equivoco.
Su una presunta relazione Covisoc consegnata al pm da cui sono
state estratte delle frasi dirompenti: «Se la Società avesse
evidenziato le perdite connesse alle plusvalenze fittizie,
l'Inter non avrebbe superato i parametri richiesti per
l'iscrizione ai campionati 2005-2006». La realtà
giudiziaria, poi, si è rivelata diversa. Non c'è alcuna
«relazione Covisoc». La notizia riguarderebbe la testimonianza
del segretario della Covisoc, Vittorio Maugeri, «come persona
a conoscenza dei fatti», che a domanda del pm Nocerino («se le
società non avessero ricoperto le perdite di bilancio con delle
plusvalenze fittizie, sarebbero state iscritte al
campionato?») avrebbe risposto: «No, non sarebbero state
iscritte». Salvo ripianarle altrimenti.Fonte: Gazzetta dello Sport