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Scaroni: «Italia ed Europa gas-dipendenti, con la Russia legami da ampliare»

Dall'inviato Piero Fornara

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4 OTTOBRE 2008

CAPRI – «L'Italia è il Paese dove il gas regna sovrano – così ha esordito l'ad di Eni, Paolo Scaroni nel suo intervento al convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria – nessun'altra nazione utilizza il gas tanto quanto noi: l'80% delle abitazioni è riscaldato a gas, come due ospedali su tre e lo stesso capita negli alberghi… quando premiamo un interruttore della luce, è come se aprissimo il rubinetto del gas». Ma anche l'Europa sta andando nella stessa direzione: «l'80% della nuova capacità elettrica installata nel Vecchio continente negli ultimi dieci anni è alimentata a gas».
«Questa di andare a gas è stata una scelta ardita – ha proseguito Scaroni – L'Europa consuma quasi il 20% del gas mondiale, nonostante ne produca solo il 7% e abbia meno del 2% delle riserve». Il risultato: «Una massiccia dipendenza dalle importazioni extra-Ue, che rappresentano circa il 60% dei consumi». Pertanto la dipendenza della Ue dalla Russia è destinata ad aumentare. «In questo quadro – ha spiegato l'ad Eni – è chiaro che l'Unione europea collettivamente e ogni Stato singolarmente ha l'interesse e la necessità di perseguire rapporti di cooperazione con la Russia, rapporti nei quali l'Italia, ha sottolineato Scaroni, è stata un precursore; ci sono tutte le basi per ampliare e consolidare i nostri legami con la Russia.
«Dobbiamo superare la miope visione che ci vuole contrapposti» nonostante le forti tensioni geopolitiche che hanno caratterizzato i rapporti bilaterali con l'Unione europea. «Come noi europei abbiamo bisogno della Russia per il nostro fabbisogno così la Russia vuole avvicinarsi all' Europa, che può contribuire alla sua modernizzazione esportando imprenditorialità e know-how industriale e commerciale. Per la Russia, che soffre la prossimità della Cina alle immense, ricche e scarsamente popolate terre della Siberia, l'Europa rappresenta anche un contrappeso al suo scomodo vicino orientale».
Nel 2020 la domanda europea di gas sarà più alta del 40% di quella attuale. Le importazioni sono dunque destinate a raddoppiare dagli attuali 300 miliardi di metri cubi l'anno a circa 600 miliardi. Ribadito il proprio monito sull'esigenza di agire al più presto per evitare rischi di penuria di gas in Europa, Scaroni ha detto che si deve agire anche sulle fonti alternative al gas come il nucleare e le rinnovabili. Quanto al nucleare, però, ha sottolineato che «se volessimo far fronte anche solo alla domanda incrementale di energia elettrica europea interamente da nucleare, dovremmo costruire 70 nuove centrali da qui al 2020. E vedendo le difficoltà che si incontrano per costruire anche una solo centrale è evidente come l'impresa sia estremamente ardua».

Il petrolio scenderà ancora
«C'è ancora spazio per un'ulteriore discesa dei prezzi del petrolio che oggi è a 90 dollari al barile o poco più, ma dipenderà da economia reale e situazione internazionale» ha poi osservato l'amministratore delegato di Eni, a margine del convegno di Capri. «Quando l'economia volge al peggio – ha spiegato il manager – i prezzi di tutte le "commodities", compreso quello del petrolio, tendono a flettere ed è un po' quello che sta succedendo oggi. Così come il petrolio ieri era salito tanto rapidamente, oggi altrettanto velocemente è sceso. Oggi siamo a un prezzo molto simile a quello di dicembre 2007. Quindi la punta di 147 dollari che abbiamo avuto è stata riassorbita. Preoccupato? «Il mio mestiere non è quello di essere preoccupato – ha risposto Scaroni ai giornalisti – ma di valutare ogni possibilità per la mia azienda, anche quando si tratta di momenti difficili e scenari difficili. Nessuno oggi nel mondo ha le idee chiare su come uscire dalla crisi finanziaria e su come poi questa si trasformerà in una crisi economica. Io mi schiero tra gli ottimisti ma è ancora presto per saperlo».

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