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In Italia depositi garantiti fino a 103mila euro

di Nicola Borzi

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4 Ottobre 2008

Conti correnti bancari – anche online –, assegni circolati e certificati di deposito nominativi (non quelli al portatore) godono di un "salvagente": i risparmi dei clienti delle banche sono tutelati sino a 103.291,38 euro per depositario. La somma riguarda ciascun cliente e, se si hanno conti su più banche, ciascuna banca. Il limite invece resta a 103mila euro totali se si hanno più conti nella stessa banca. Per i conti cointestati la garanzia vale per ciascun cointestatario: se moglie e marito hanno un conto in comune la garanzia sale a 206mila euro.
A garantire sono le banche stesse, attraverso il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), consorzio obbligatorio al quale per legge aderiscono tutte le banche italiane e le filiali operanti in Italia di banche extracomunitarie, mentre per le filiali italiane di banche di altri Paesi dell'Unione europea l'adesione è volontaria. BancoPosta fa eccezione: la società del gruppo Poste Italiane non aderisce al Fondo. Ciò, ovviamente, non significa che i depositi postali non siano sicuri, poiché l'azionista delle Poste è il Tesoro.
La Direttiva comunitaria numero 19 del 1994 prevede per ogni banca attiva nell'Unione Europea una garanzia minima di almeno 20mila euro per depositante: se ci fossero problemi, i risparmiatori italiani saranno tutelati dall'assicurazione dei depositi prevista dal Paese dove la banca ha sede. In ogni Paese Ue, infatti, esistono forme di tutela dei depositi simili al Fitd, con tetti massimi diversi di garanzia. A tutt'oggi l'Italia ha il valore massimo di garanzia più elevato di tutti i Paesi dell'Unione Europea.
In questi mesi, inoltre, il Parlamento Europeo lavora alla riforma della direttiva 94/19: entro il 2009 saranno introdotte norme per velocizzare ulteriormente i tempi di rimborso in caso di liquidazione delle banche, oggi previsti in tre mesi per i depositi sino a 20mila euro, mentre le somme eccedenti e fino a 103mila euro verrebbero restituite in base ai tempi della procedura eventualmente stabiliti dai liquidatori.
Chi vuole contare sulla certezza dei tempi di rimborso in caso di eventuale (ma improbabilissima) liquidazione della propria banca non ha che una strada: dividere i suoi risparmi in conti fino a 20mila euro, ciascuno da aprire su una banca diversa. Un percorso che assicura la tempistica di recupero della liquidità ma che pone seri problemi di costi. Una strada complicata e della quale, va detto, sino a oggi non si scorge l'utilità.
La tutela del Fondo interbancario non garantisce invece le obbligazioni, i pronti contro termine e i titoli di Stato. Solo il sistema delle banche di credito cooperativo ha un fondo di garanzia degli obbligazionisti, che vale però solo per i bond emessi dalle Bcc che vi aderiscono.

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