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In pista vince Bridgestone

di Fabrizio Patti

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1 DICEMBRE 2008

Bucare e non doversi fermare. È il concetto alla base degli pneumatici Run Flat, che permettono agli automobilisti di percorrere una certa distanza a velocità controllata (in genere 80 km a 80 km/h) anche in seguito alla totale perdita di pressione della gomma.
Su questa tecnologia ha puntato da anni la Bridgestone, colosso giapponese fondato negli anni 30, noto in Italia soprattutto dopo l'ingresso in Formula 1 nel 1997. Colosso, che condivide con Michelin la leadership mondiale del settore (l'azienda si definisce "il maggior produttore mondiale di pneumatici e altri prodotti in gomma"), presente in oltre 150 mercati, con più di 160 impianti produttivi in 26 nazioni e 126mila dipendenti nel mondo.
Le prime gomme Run Flat sono stati realizzate dalla Bridgestone nel 1986, quando potevano essere montate su una sola auto, la Porsche 959. Successivamente, intorno al 1999, c'è stata una rapida evoluzione su larga scala, tanto che oggi nel mondo sono stati venduti più di dieci milioni di pezzi e più di dieci case automobilistiche hanno cominciato a offrire questi pneumatici per i loro veicoli.
In Italia la Bridgestone in questo segmento vanta una quota di mercato di circa il 30 per cento. Mentre sul mercato totale, secondo stime riportate dall'autorità Antitrust nel 2007, la quota non supera il 10 per cento.
Le ruote Run Flat non sono però l'unica soluzione su cui punta il gruppo nipponico. «Il mercato – spiegano – richiede pneumatici che garantiscano una minore resistenza al rotolamento e un basso livello di rumorosità, il tutto senza compromettere l'aderenza sul bagnato. Si tratta di sfide molto impegnative, perché esiste un rapporto stretto tra minore resistenza al rotolamento, aderenza sul bagnato e distanza di arresto. L'impegno nell'immediato futuro è di fornire prodotti di elevata qualità, in cui la salvaguardia ambientale sia raggiunta senza compromettere la sicurezza e l'efficienza delle coperture».
Nuovi materiali sono già stati sviluppati per raggiungere questi obiettivi e dal prossimo anno Bridgestone lancerà anche in Europa una gamma di pneumatici "eco friendly", con bassa resistenza al rotolamento, sotto il marchio di "Ecopia".
L'attuale momento economico si presenta difficile anche per l'azienda giapponese. Da gennaio a settembre il fatturato del gruppo è cresciuto dell'1%, mentre l'utile operativo è diminuito del 27% e l'utile netto del 40. Un risultato su cui ha inciso notevolmente l'andamento del prezzo delle materie prime.
Un'ulteriore sfida per le case costruttrici, nell'attuale panorama economico, è la bi-polarizzazione del mercato tra i prodotti a elevate prestazioni e quelli a uso generale. «In questo contesto – spiegano in società – Bridgestone Corporation ha recentemente perfezionato un'alleanza con Toyo Tire. Si prevede che questo importante accordo possa determinare in tempi brevi delle sinergie capace di apportare valori aziendali aggiuntivi e un miglioramento produttivo sia per entrambi i partner».

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