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Alessandria, uno snodo a vocazione internazionale

di Paolo Bricco

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6 ottobre 2008
Alessandria, Piazzetta della Lega lombarda (Foto Ermes Beltrami / Emblema)

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In questi anni, l'Alessandrino non è rimasto immune da fenomeni dolorosi. Prima cosa la delocalizzazione verso l'Est Europa dell'industria internazionale degli elettrodomestici ha congelato, a Casale Monferrato, lo sviluppo del polo del freddo. In un contesto complicato, c'è la Iarp (110 milioni di euro all'anno di fatturato, risultato netto pari al 5% dei ricavi e 730 addetti), che è riuscita, con i suoi frigoriferi commerciali, a posizionarsi meglio rispetto alle altre imprese grazie al rifiuto della locale tradizione del contoterzismo e a una decisa verticalizzazione dei processi produttivi. Sottolinea il proprietario Piero Triglio Godino, uno dei rari imprenditori di prima generazione: «Abbiamo scelto una politica di brand e, adesso, puntiamo sul post-vendita».

Sul fronte di una vocazione non prettamente manifatturiera, l'agroalimentare e perfino i servizi ripartono dalla terra. In maniera diversa. Ma entrambi i comparti ripartono dalla terra. Nel mix fra vino e cibo, il solo polo dolciario di Novi vale 600 milioni di euro e dà lavoro a un migliaio di dipendenti. Anche in questo caso, sono molte aziende storiche. «Le barriere all'ingresso - spiega Luigi Serra dell'omonima ditta produttrice di caramelle - sono impegnative. Le condizioni per gli start-up sono dure. Una volta non era così». Ancora una volta appartiene a una famiglia di imprenditori alessandrini, i Maccario, la Pico Maccario, detentrice del maggior appezzamento unico messo a barbera, fra la provincia di Asti e quella di Alessandria. Due milioni e mezzo di euro di fatturato con 500mila bottiglie all'anno. «Mio padre Giovanni - racconta Vitaliano - fa il grossista di prodotti per la casa. Io e mio fratello Pico abbiamo rivitalizzato l'attività che era di nostro nonno, Carlo».

E, in fondo, è anche una storia di terra quella dell'outlet di Serravalle Scrivia. «Qui - afferma Giuseppe Roveda, amministratore delegato di Praga Holding Real Estate - c'erano campi di patate». Operando come sviluppatore puro, il gruppo ha progettato, costruito e poi rivenduto a investitori internazionali l'outlet di Serravalle Scrivia, dove i nuovi italiani dei nuovi consumi arrivano in roulotte e in camper per weekend dedicati solo e soltanto agli acquisti.
La terra e l'industria. I vini e le forme estreme di commercio. La marginalità e la centralità. «Un territorio minuscolo come il nostro - conclude Bruno Lulani, presidente di Confindustria Alessandria - ha fatto della sua collocazione geografica, che è insieme periferica ma anche di confine, un punto di forza: per questa ragione, anziché essere terra di colonizzazione dei poteri forti milanesi e torinesi, da sempre riesce a esprimere un proprio ceto imprenditoriale autonomo. Integrato, ma non subordinato ai circuiti del capitalismo italiano».

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