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Il nodo della formazione
Lo stesso problema della Soleko di Pontecorvo, un'azienda del nord che non ha tradito: insediata qui nel 1975 da Giuseppe Carnacina - imprenditore milanese oggi settentatreenne, che allora sfruttò i benefici della Cassa per il Mezzogiorno -, ha sviluppato in Ciociaria la sua attività, che oggi la pone come una delle poche realtà italiane, in mezzo a big player di calibro europeo, nella produzione di lenti a contatto. Una piccola società (5,2 milioni di euro i ricavi, con una sessantina di addetti), che oggi lavora sui cristallini artificiali. L'occhio "bionico", per chi soffre di problemi gravi di cataratta. «La cosa più complessa - rileva Guido Carnacina, 37 anni - è reperire il personale adatto e, poi, portarlo ai livelli tecnico-scientifici di cui abbiano bisogno». Una formazione tutta interna, dunque, arricchita dai rapporti con il Cnr e l'Università di Tor Vergata.
In un sistema economico in evoluzione, un'impresa che è riuscita a compiere il salto verso fatturati a doppia cifra è la Cogeme-S&T, l'unica impresa di Frosinone quotata per il 35% del capitale sul segmento Expandi della Borsa di Milano. Questa azienda, sorta nel 1974 per produrre semplici viti e bulloni, operando nel business dei componenti per i motori turbo e dei sistemi di iniezione ha fatturato l'anno scorso 30 milioni di euro (+25% rispetto al 2006), ha 150 addetti in Italia (il triplo del 2002) e tre stabilimenti all'estero: a San Paolo (100 occupati), a Bucarest (80) e a Pune, in India, in via di apertura. «La nostra internazionalizzazione - spiega il presidente di Cogeme-S&T, il trentottenne Carlo Bozzini - è basata sull'apertura di fabbriche all'estero, a seguito di colossi della componentistica come Bosch, Siemens e Honeywell-Garrett». Anche in questo caso, una questione delicata è il personale. «Ogni anno - osserva Bozzini - assumiamo cinque-sei ingegneri dall'Università di Cassino».
Un anello di fibra ottica
Cassino, quasi protetta dalle montagne dall'influenza della Campania Infelix che ormai ha espanso su altre province laziali l'energia negativa del business camorristico, costituisce dunque il principale nodo tecnologico e formativo di un tessuto produttivo che, qualunque opzione di sviluppo scelga, non potrà fare a meno di competenze più avanzate delle attuali. «Di fatto - afferma Paolo Vigo, rettore dell'ateneo e presidente del Parco scientifico del Lazio meridionale (Palmer) - a Cassino si concentrano l'Università e il laboratorio Ict del Palmer, in rete con quelli di metrologia di Ferentino e di chimica-ambientale di Latina, in grado di offrire servizi alle Pmi». Oltre a garantire giovani laureati alla Fiat, a Finmeccanica e alle piccole imprese, l'ateneo svolge in qualche modo una funzione suppletiva rispetto agli enti pubblici e alle compagnie telefoniche. «Qui - sottolinea Vigo - non c'è nemmeno l'Adsl, perché non conviene commercialmente ad alcun operatore. Con un investimento di cinque milioni di euro, come consorzio universitario abbiamo steso, fra Cassino, Sora e Frosinone, un anello di fibra ottica che sarà in funzione da giugno. Con altri cinque milioni di euro lo amplieremo a tutta la provincia».
È proprio vero: l'andreottismo, potere nazionale con le sue propaggini ciociare, ormai è consegnato alla storia e ora questa terra, perfino nelle infrastrutture di base, deve fare da sola. Fotografie a cura di Matteo Canestraro