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Diversificazione produttiva, con allungamento della filiera a valle; e progressiva integrazione del sistema cinese parallelo e sommerso. Due sfide importanti. La terza riguarda la capacità di giocare un ruolo baricentrico nell'area metropolitana che da Firenze arriva fino a Pistoia. Per ridare spinta e fattori competitivi al territorio. «Le imprese sono in affanno, a parte singoli casi fortunati, e il 2008 non è iniziato sotto i migliori auspici, anche per colpa del cambio monetario - osserva Carlo Longo, presidente della Camera di commercio -. Servono sinergie di area. In particolare, è importante la messa a regime dell'aeroporto di Firenze, il completamento dell'Interporto di Prato, il potenziamento della mobilità da e per Firenze, la realizzazione del sistema fieristico con l'utilizzo dell'area Banci, l'attuazione del piano rifiuti per non arrivare all'emergenza».
Obiettvo «fashion valley»
Le priorità sono condivise dall'amministrazione, che sottolinea l'importanza del rapporto pubblico-privato: «È dagli anni 80 che c'è collaborazione tra le istituzioni e le imprese - puntualizza il sindaco Romagnoli -. La strada è quella giusta, come dimostra l'esperienza del polo universitario, che oggi ha 1.600 iscritti, e come si vedrà con il progetto di raddoppio del museo Pecci, che confermerà il ruolo della città a livello metropolitano, anche al di fuori del distretto industriale».
Le aziende soffrono (-1% la produzione manifatturiera nel 2007, -0,2% nel tessile-abbigliamento, addirittura -9,2% per il comparto artigiano), il problema del distretto parallelo cinese sembra quasi un macigno e il segretario della Camera del lavoro lancia un allarme: «Siamo vicini al punto di rottura - denuncia Marigolli -. La diversificazione va bene, ma se il manifatturiero continuerà a perdere occupati, nei prossimi anni sarà a rischio anche la tenuta sociale».
Più ottimista Marini: «Ce la faremo - afferma il presidente degli industriali -. Prato riuscirà a stupire tutti e diventerà la fashion valley d'Europa, puntando sull'innovazione, sui giovani e sull'allargamento della filiera». Più che una sfida, una scommessa.