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Aiuti destinati ai combustibili

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Dal laboratorio alle applicazioni industriali. È il percorso tipo delle biotecnologie quando sono di successo.
Con ricadute nella realizzazione di prodotti chimici, materiali e combustibili. Ad esempio, l'utilizzo di microrganismi come gli enzimi per produrre industrialmente prodotti e sostanze chimiche, non ottenibili con i processi petrolchimici convenzionali (si pensi agli enzimi utilizzati per la produzione di biochimici, biopolimeri e biocombustibili da rifiuti agricoli o forestali). Un recente studio dell'Ocse stima che la quota del settore biotecnologico nella produzione chimica aumenterà da meno del 2% nel 2005 al 9-13% nel 2010, corrispondenti a 130-180 miliardi di dollari. Del resto, si può affermare che i più importanti produttori di enzimi si trovino in Europa, circa 80 rispetto ai 20 degli Stati Uniti. Sono state prodotte inoltre grandi quantità di biocarburanti (biodiesel e bioetanolo) che beneficiano di sussidi governativi.
Si stanno contemporaneamente sviluppando processi industriali basati sulle biotecnologie, con l'obiettivo di agevolare la conversione della biomassa in combustibile. La commercializzazione si può ragionevolmente attendere per il 2011-2012.

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