Tra le cinque nuove tecnologie pervasive su cui punta l'Europa,riveste un ruolo centrale la nanotecnologia, ovvero la progettazione e la realizzazione di dispositivi in scala dimensionale inferiore al micrometro. Un mercato in forte ascesa, stimato a livello mondiale in 147 miliardi di dollari nel 2007 con proiezioni fino a 1.000 miliardi nel 2015, quando la quota europea nel volume d'affari complessivo dovrebbe sfiorare il 35 per cento. Nel Vecchio continente sono attivi circa 240 centri di ricerca e 800 imprese. La ricerca di base è ben consolidata soprattutto nei nanomateriali, nanofotonica e nanobiotecnologie. Nel 2008 la spesa pubblica per la ricerca della Ue in questo ambito è stata di 2,6 miliardi di dollari, rispetto agli 1,9 miliardi negli Usa e ai 2,8 miliardi in Asia. Le Pmi europee che utilizzano i nanomateriali sono presenti soprattutto nei settori automobilistico e medico, nella sanità e nell'energia.
Le protesi mediche e sanitarie, la diagnostica molecolare e la somministrazione di farmaci sono i più importanti campi d'applicazione. Il gap europeo è però ancora evidente, rispetto agli Stati Uniti, nella capacità di brevettare. La mancanza di competenze ingegneristiche e la frammentazione del mercato sono i maggiori fattori frenanti.
